Una nuova forma di redistribuzione del reddito: il condono (secondo il ministro Savona)
C’è un nuovo Robin Hood: non nella foresta di Sherwood, ma nelle Agenzie delle Entrate. È il ministro Savona che ha dichiarato in un’intervista a Sky: “il condono è giusto perché toglie ai ricchi per dare ai poveri”.
In verità ogni condono, e quello di Salvini non è diverso, non fa che lasciare ai cittadini evasori una parte di quello che hanno sottratto ai cittadini onesti che hanno pagato le tasse per loro conto.
Nei fatti questo condono “alla Salvini” si basa sue due casi principali:
- promette la chiusura (prima la chiamavano “rottamazione”) delle cartelle esattoriali inferiori a 1000 euro e rimaste impagate. In questo caso non c’è evidentemente nessun trasferimento di ricchezza. Si tratta di poveracci che, nullatenenti o travolti dalla crisi, non hanno pagato e non potrebbero pagare mai. È semplicemente una, giusta, presa di coscienza che si tratta solo di pratiche burocratiche ormai inutili
- nell’altro caso si tratta di far pagare il 20% di imposta a coloro che fanno emergere il reddito in nero. Uno sberleffo a chi ha pagato, facendo spesso sacrifici, tutte le tasse dovute con aliquote vicine al 30%. Sarebbe stato molto più equo e giusto perseguire tutti quelli che operano in nero tutelando e riducendo le tasse a chi le paga per intero.. E non è vero che non ci siano sistemi: quello scontrino elettronico che è già stato proposto da Libertates sarebbe uno di questi.
Quello che stupisce in tutto ciò è che queste dichiarazioni siano state fatte non da qualche attivista o frequentatore di Facebook, ma da un Ministro della Repubblica studioso ed esperto di chiara fama: evidentemente giocare con le parole è diventato un uso comune.
Tanto comune e diffuso quanto pericoloso: in questo modo il condono è diventato qualcosa di giusto, equo e auspicabile.
di Angelo Gazzaniga