Il dibattito sulla decadenza di Silvio Berlusconi è surreale

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Vertice sulle tasse: Berlusconi, Bossi e Tremonti pronti a rilanciare l?economia
Il dibattito sulla decadenza di Silvio Berlusconi è surreale in qualsiasi altro Paese occidentale, infatti, il Cavaliere si sarebbe dovuto dimettere da anni per i suoi fallimenti politici prima ancora che per i guai giudiziari. Ma le dimissioni, si sa, in Italia sono merce rara, anche quando le colpe sono lampanti e sotto gli occhi di tutti. Per analizzare il fallimento del ventennio berlusconiano ci affidiamo ai numeri, che difficilmente sono contestabili. Partiamo dal Pil del nostro Paese: negli ultimi vent’anni Berlusconi e il centrodestra hanno governato per circa 9 anni (nel 1994, dal 2001 al 2006 e dal 2008 al 2011), il centrosinistra per 7 (dal 1996 al 2001 e dal 2006 al 2008), mentre i restanti anni possono essere divisi tra governi ‘tecnici’ o di grande coalizione. Tenendo a mente queste date, ora guardiamo il Pil pro capite dell’Italia: tra il 1993 e il 2001 è cresciuto solamente del 17,1% (solo due nazioni all’interno dell’Ue sono cresciute di meno), poi è seguito un periodo di crescita ancor più lenta dal 2002 fino al 2007 (+3,0%, peggior prestazione europea) e poi c’è stata la decrescita degli ultimi 5 anni (-9,1%, risultato tra i peggiori che ha riportato il Pil italiano ai livelli del 1998).
Ma non finisce qui. Mentre il Cavaliere era impegnato a perorare la causa di alcune leggi ad personam, l’Italia perdeva 20 punti di produzione industriale (dal 2007 al 2012) e veniva sorpassata persino dalla Grecia, tanto che nel suo ultimo rapporto sulla competitività l’Ue parla di una “vera e propria deindustrializzazione” in atto nel nostro Paese. E poi ci sono l’aumento della disoccupazione (soprattutto giovanile), una legge elettorale che non permette maggioranze stabili e manda in Parlamento una serie di ‘nominati’ dalle segreterie dei partiti, la brillante operazione Alitalia (grazie alla quale gli italiani hanno perso miliardi di euro e la compagnia a breve verrà regalata all’Air France), solo per citare alcune performance assai poco liberali del Cavaliere.
Tuttavia vogliamo concedere il fatto che non può essere tutta colpa di Berlusconi, l’Italia ha debolezze strutturali che si porta dietro da più di 20 anni. Però, sia i suoi governi che quelli di centrosinistra, passando per i tecnici, non hanno fatto nulla per migliorare la situazione e anzi hanno finito di affossare il Paese. Ma ci sono due elementi che fanno di Berlusconi il principale imputato della decadenza italiana: nell’ultimo ventennio è stato l’uomo che per più anni ha guidato il governo (ben 9) e i suoi esecutivi non hanno lasciato tracce di riforme liberali. Inoltre il Cavaliere, con una sorta di accanimento terapeutico verso il nostro povero Paese, si ostina ancora a restare leader della sua coalizione quando, invece, i suoi ‘rivali’ storici (Prodi, D’Alema, Veltroni per citarne alcuni) hanno da tempo abbandonato la leadership del loro schieramento. Insomma, a prescindere dai suoi guai giudiziari, la sua discesa in campo, analizzata a 20 anni di distanza, si è risolta in un completo fallimento per l’Italia. Nel mondo l’hanno capito ormai tutti, ma alcuni italiani evidentemente hanno davvero la testa dura.

Flavio Stilicone

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Flavio Stilicone
Flavio Stilicone, il generale romano che puo' essere considerato a tutti gli effetti l'ultimo baluardo della civilta' contro i barbari invasori. Per questo un esperto cronista toscano lo ha scelto come pseudonimo per denunciare la decadenza morale e civile che l'Italia sta vivendo, esattamente come al tempo delle invasioni barbariche.

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