Un cittadino italiano ogni 1000 euro di reddito ne paga da 230 a 430 se ha un reddito da lavoro o da pensione (non parliamo di un imprenditore che con la somma di imposte varie viene a pagare allo stato anche 600 euro); ne paga comunque 260 se il suo è un reddito finanziario (con aliquota flat); 210 se è un reddito da affitto; 125 se è un reddito da Buoni del Tesoro italiani.
Se a queste imposte aggiungiamo tutte le detrazioni, i bonus si arriva alla constatazione che praticamente nessun italiano paga la stessa quota di imposte a parità di reddito.
Alla fine si arriva a che il 14% degli italiani paga quasi due terzi delle tasse e che quasi un italiano su due (il 47%) non paga imposte sul reddito.
Un’autentica giungla che tra evasione, elusione e artifizi contabili favorisce i più furbi e penalizza gli onesti e chi, come pensionati e dipendenti, non può scegliere il proprio tipo di reddito.
Come dovrebbe comportarsi invece uno stato davvero moderno, equo verso i propri cittadini e autenticamente liberale?
Applicare un’aliquota progressiva a tutti indistintamente, qualsiasi sia il tipo di reddito.
Ognuno paga le tasse in funzione di quanto guadagna: tanto entra, tanto si paga.
Naturalmente con alcuni correttivi: una no tax area per i redditi più bassi; provvedimenti per evitare la doppia imposizione (ad esempio per tassare i redditi d’impresa solo quando arrivano in capo ai singoli); addirittura un’aliquota negativa per gli incapienti.
di Angelo Gazzaniga