Tra i tanti problemi dell’Italia mettiamo anche i giornali?
Politica, magistratura, burocrazia, sindacati sono alcuni dei tanti problemi italiani perchè non funzionano come sarebbe lecito attendersi in una democrazia normale. Lo si sa per esperienza diretta dei cittadini, ma anche perchè, qualche coriaceo tabù a parte, ce ne informano i giornali, seppure non sempre con la grinta necessaria.
Ma sono in molti ad essere convinti che qualche pecca l’hanno anche i giornali, solo che a parlarne facendosi sentire potrebbero essere solo i politici, che tuttavia se ne guardano bene,visto c he hanno bisogno dei giornali per farsi sentire e venire citati.
L’autocritica non è nel Dna del giornalismo italiano e le lettere dei lettori con critiche o precisazioni non vengono, salvo rarissime eccezioni, pubblicate.
Un peccato giornalistico veniale è la libidine commentatoria per cui ogni vicenda di una quale importanza o che solletica la curiosità dei lettori, oltre che descritta, viene commentata anche da due, tre articoli che è lecito dubitare vengano letti tutti. E questo anche se si tratta di una vicenda di altro paese i cui giornali vi dedicano meno commenti di quelli italiani.
Ma peccato piu’ grave, che ha conseguenze sulla vita del paese, è che il dibattito politico, così come è gestito dai giornali, viene trasformato in un assillante gallinaio politico-mediatico.
Veniamo poco o male informati su quanto avviene in Parlamento, in compenso, giornalmente su pagine e pagine, ci si racconta come la pensano tanti Caio ai quali rispondon vari Tizi, mentre ci si informa che un Sempronio ha telefonato a un Pinco Pallino che eccepisce puntualizzando o, nuova espressione di moda, « non apre ». Non « apre » alludendo alla proposta dell’interlocutore, non a una porta.
E, in interviste delle quali non si sente il bisogno, vecchiardi e relitti di ogni situazione, anche responsabili di comportament iillecit siglati da sentenze e che dovrebbero sparire nell’oblio, non espongono opinion irivolte ai cittadini, bensi’, il piu’ delle volte, acrimoniose ripicche rivolte ad altri politicanti e blabla triti e ritriti sulla situazione politica.
Mentreargomenti di potenziali delibere parlamentari, in corso o in programma, anzichè essere spiegati in modo chiaro e sintetico, riempiono colonne e pagine in un chiacchericcio insulso ed inutile che è probabile pochi leggano e che non fanno avanzare di un passo la comprensione dei problemi da parte dei lettori.
Le varie opinioni vengono strillate, sbandierate e poco spiegate, mentre dispettucci, rivalità e qualche insulto riempiono di suoni cacofonici lo starnazzante gallinaio che risuona di uninutile chiacchericcio vuoto di fatti.
Nessun giornale di altre democrazie umilia in tal modo il dibattito politico che, non solo dovrebbe servire agli eletti per decidere, ma anche ai cittadini per capire e farsi un’opinione.
Sarebbe auspicabile, anche se, ahimè, utopistico, che qualche direttore di quotidiano accettasse un confronto sull’argomento.
di Ettore Falconieri