Quello di Monti non è un governo tecnico, ma un governo del Presidente. Significa che la volontà del suo autore è tutta politica, con un significativo particolare: nessuno ha mai conferito al presidente della Repubblica un simile potere tramite mandato popolare. Viviamo insomma da qualche mese in una Repubblica presidenziale “alla francese” senza avere una Costituzione che la supporti.
Va bene, che male c’è, si potrebbe domandare qualcuno. I partiti italiani sono talmente deboli, anzi ridicoli, da aver tutto da guadagnare in un periodo di vacanza. Il guaio però è che non smettono di rappresentarci; inoltre, come si sta vedendo, i ministri “tecnici” già rivelano i loro limiti. Vuoi vedere allora che il vero capo del governo Monti si dimostrerà sempre più essere Napolitano? Si abbia allora il coraggio di cambiare la Costituzione eleggendo il Presidente con voto popolare diretto, ad esempio con il sistema francese (un presidente eletto direttamente che nomina a sua volta primo ministro e ministri), e contemporaneamente si elegga un parlamento con sistema maggioritario e piccoli collegi, capaci di garantire un rapporto stretto fra il candidato e gli elettori del suo collegio. Una combinazione di presidenzialismo da un lato, sistema maggioritario dall’altro, potrebbe garantire insieme efficienza e rappresentatività, come da sempre sostengono i Comitati per le Libertà.
Gaston Beuk