Mi rivolgo a voi come uno dei rappresentanti della categoria dei commercianti, una delle più importanti per Milano.
Le attività hanno ripreso a stento e non tutte: la mancanza dei 150.000 studenti che ogni anno arrivano a Milano e soprattutto degli stranieri che riempivano il nostro centro cittadino si sono fatti sentire. Più del 20% delle attività non ha ancora riaperto, e chissà se riusciranno a farlo in futuro.
Ne è conferma la nostra amata Galleria dove i pubblici esercizi, ad eccezione di Cracco, sono desolatamente chiusi.
I vari proclami su tutto il denaro che dovrebbe affluire nelle loro esauste casse sono in molti casi rimasti tali, ai vari redditi di aiuto è quasi impossibile accedere per chi, come loro, esercita un’attività in proprio. Ci si trova ancora una volta disarmati di fronte a una burocrazia perniciosa e soffocante.
Sbloccare deve significare sbloccare tutto senza se e senza ma, se pur con le dovute precauzioni nei confronti di eventuali reati.
I soldi devono giungere immediatamente, perché i commercianti sono stufi e con le promesse non si è mai costruito nulla. C’è solo il rischio di costruire guai su guai
di Alessandro Prisco