In risposta al manifesto apparso sul “Fatto Quotidiano” il 28 marzo corso (“Stiamo assistendo impotenti al progetto di stravolgere la nostra Costituzione da parte di un Parlamento esplicitamente delegittimato dalla sentenza della Corte costituzionale n. 1 del 2014, per creare un sistema autoritario che dà al presidente del Consiglio poteri padronali”), firmato tra gli altri da Nadia Urbinati, Gustavo Zagrebelsky, Sandra Bonsanti, Stefano Rodotà, e che denuncia rischi di “svolta autoritaria” legati alle annunciate riforme istituzionali ed elettorali in Italia, Libertates lancia un Contromanifesto che invita tutti i suoi lettori e simpatizzanti a sottoscrivere. Le adesioni vanno inviate all’indirizzo email: comitatus@libertates.com, corredate da nome, cognome e indirizzo email. L’elenco dei sottoscrittori verrà lanciato su Libertates e diffuso sugli altri organi d’informazione.
Contromanifesto
L’appello contro la svolta autoritaria in corso, firmato da noti esponenti del mondo della cultura, induce anche quanti si sono sempre tenuti lontani dalla politica militante a prendere la parola per manifestare il loro profondo sconcerto:
E’ incredibile che ogni volta che si cerca di prendere sul serio la classica divisione dei poteri–colonna portante dello stato liberale di diritto–rimediando alla fatale debolezza dell’esecutivo nel nostro paese, si assista a una levata di scudi di ‘intellettuali militanti’ che, col pretesto di difendere la Costituzione, avallano, de facto, le degenerazioni del parlamentarismo;
E’ intollerabile che l’esercizio del controllo di costituzionalità si sia spostato dalla Consulta e dal Quirinale a una cerchia ristretta di costituzionalisti e di commentatori politici, che con i loro interventi su autorevoli quotidiani, hanno assunto il ruolo di grilli parlanti della nazione, spesso senza averne né l’autorità morale né il prestigio intellettuale;
E’ ridicolo che vengano attribuiti al presidente del consiglio progetti autoritari tendenti a conferire a Palazzo Chigi ‘poteri padronali’e, soprattutto, è grottesco che ormai la delegittimazione di ogni seria riforma istituzionale avvenga evocando il fantasma di Berlusconi;
E’deplorevole che in un momento così delicato della storia nazionale, in cui si sta assistendo all’incontro (semmai troppo ritardato) tra le componenti più serie e più responsabili del centro-sinistra e del centro-destra, vi siano studiosi che soffiano sul fuoco della guerra civile ideologica.
I firmatari di questa protesta non appartengono alla stessa area politica e culturale: alcuni guardano con speranza e fiducia al Governo Renzi, altri sono perplessi, altri ancora decisamente avversari (ma non nemici). Tutti, però, concordano sulla necessità di riformare il nostro assetto istituzionale, al fine di evitare la paralisi dello Stato e di disinnescare la mina vagante della sfiducia nella democrazia liberale e rappresentativa, essa sì foriera di nuove ‘svolte autoritarie’.