Frane, alluvioni, catastrofi naturali, nulla cambia, soprattutto la burocrazia italiana
In questi giorni è riapparso (puntuale come un orologio all’arrivo delle pioggie autunnali) il problema delle alluvioni, delle frane e della difesa del territorio.
È un problema che, a differenza dei terremoti, è ampiamente prevedibile: tutto si può prevedere, tranne i tempi e le procedure della burocrazia italiana.
Dopo la disastrosa alluvione di Firenze, di cui ricordiamo in questi giorni il sessantesimo anniversario, il presidente della Commissione interministeriale sulle grandi alluvioni, l’ingegner Giulio De Marchi, preparò un elenco di opere assolutamente indispensabili: alcune vengono progettate in questi giorni!
Attualmente l’elenco delle opere considerate indispensabili e inderogabili per evitare disastri è di 9280: di esse sono cantierabili (cioè per cui si possono iniziare le gare d’appalto) sono 650!
E per le altre? Si può sospettare che, data la situazione di crisi, non ci siano i soldi: invece i soldi in gran parte ci sono, ma c’è anche la burocrazia…
È una situazione che sarebbe piaciuta a Kafka: lo stato non può finanziare un’opera per cui non esiste un progetto, ma il progetto è compito del comune che non ha i soldi (o che se li ha non può spenderli): quindi niente progetto, niente lavori:lo stallo perfetto.
In altri casi è l’inefficienza degli enti locali che paralizza il tutto: a Sibari anni fa il Crati ha invaso l’area archeologica e per mettere in sicurezza il tutto la Regione sosteneva che il tutto era costosissimo. Alla fine si è scoperto che i lavori sarebbero costati solo quattro milioni e che la Regione li aveva in cassa. Problema risolto? Nient’affatto, i lavori non sono mai cominciati.
Quale lezione trarne?
E sempre più urgente e indispensabile (come da sempre sostiene Libertates):
- semplificare la burocrazia eliminando enti inutili, procedure arcaiche quanto complesse
- ridurre gli enti che se ne occupano, con competenze che si sovrappongono e con controlli solo formali, utili più che altro a giustificare l’esistenza degli enti stessi.
- Introdurre criteri meritocratici tra i funzionari che vengono così incentivati a fare meglio e con più attenzione, badando a raggiungere risultati anziché preoccuparsi di non commettere errori formali o, peggio, scontentare i superiori
Solo così usciremo da una situazione che è il peggior freno allo sviluppo dell’Italia
di Angelo Gazzaniga