Per avere successo in Europa non occorre chiedere rispetto per l’Italia: ma capacità di marketing e uomini politici validi: ciò che è sempre mancato alla politica europea italiana da decenni
Confusione sotto il cielo di Bruxelles. Nulla di fatto circa la nomina di Federica Mogherini alla carica di Alto rappresentante Ue per la Politica estera. Tutto rinviato alla fine di agosto. Intanto l’Europa, in stile Cencelli, avrà tutto il tempo per contare quote e poltrone. Niente di particolare. L’Unione è un’organizzazione complessa e le decisioni vanno (anche) aritmeticamente semplificate.
La notizia riguarda il provvisorio fallimento del decisionismo e del peso politico dell’Italia in Europa. Gli esperti di diplomazia e di vicende europee sostengono che la candidatura della Mogherini è stata preparata male. L’Europa non è l’Italia. Ci vuole altro al di là dell’energia e della volontà. Volere e potere in Europa difficilmente coincidono.
Ciò per una ragione ben precisa: il marketing della politica e la preparazione dei politici all’estero sono spesso più avanzati. Al pari della competizione. Un po’ come nel mondo del lavoro. Oggi essere manager a Londra è più stressante che esserlo a Milano. La concorrenza tra colleghi raggiunge livelli parossistici.
La semplificazione del modo di agire del premier è sicuramente utile. Lo sanno bene i manager. Low profile. Understatement. Sminuire. Ma tutto può essere risolto con un sms? Arrivare con due ore di ritardo a un incontro ufficiale, da alcuni diplomatici e politici europei può anche essere criticato. Basti solo pensare alle regole cogenti del Cerimoniale dei capi di stato e delle case regnanti.
Il vero problema è di merito. E ancora una volta la politica italiana riesce a farsi riconoscere. Sembra dimenticarsi che la democrazia si basa sull’individuo e sul merito. Bisogna scommettere su Federica Mogherini unicamente per una ragione: qualora sia brava. Invece la parola chiave di Renzi è stata “rispetto”.
Renzi ha fatto studi classici e conosce bene come l’etimologia può rivelare la verità. Rispetto deriva dal latino “respicere”, “guardare indietro”, “aver riguardo”. Ma il premier non dice sempre di pensare al futuro dell’Italia e dei suoi figli?
Ovvio il valore di un paese sta anche nel suo passato, nelle sue radici. Ciò che conta è però il presente. Il benessere,la cultura, la libertà e la ricchezza dei cittadini di una nazione. E delle sue aziende. A questo punto che cosa dire della Grecia che ha concepito la democrazia? Che “rispetto” smisurato dovremmo avere?Ma questo è un pregiudizio diffuso. Anche l’ex ct della nazionale di calcio Cesare Prandelli disse una cosa simile: “Quando si parla di Italia, ci vuole rispetto”.
Ernesto Vergani