Lottare contro l’inquinamento è un atto dovuto non tanto perché riscalda l’atmosfera, quanto perché è necessario ridurre le sozzure che respiriamo
L’umanità, nella sua storia, ha immaginato varie bufale.
Rodolfo il Glabro ( circa 985-1047), il maggior storico dell’epoca, nel suo ‘’ Cronache dell’anno mille’’ cita la profezia di Giovanni nell’Apocalisse, secondo cui Satana sarà liberato dalle catene dopo mille anni, ma non parla di fine del mondo dopo l’anno mille e del terrore delle popolazioni all’avvicinarsi della fatidica scadenza. Tra l’altro, in quell’epoca, la stragrande maggioranza della gente non sapeva in che data e anno viveva.
Quel terrore è una bufala inventata nei secoli successivi che ha prodotto grande quantità di chiacchere e di scritti, come è una bufala, ma contemporanea ai fatti, l’affermazione che siamo noi la causa del riscaldamento globale.
Le oscillazioni, anche notevoli, del clima e delle temperature sono una costante del nostro mondo che hanno creato le condizioni favorevoli o sfavorevoli a vicende storiche, a racccolti, a benesseri o malesser dell’umanità
Del tempo in secoli lontani si sa parecchio, se ne occupano scienziati seri che non si citano perchè è ormai di moda il masochismo autoaccusatorio. Scienziati che, tra l’altro, anche studiando gli anelli di crescita di alberi e di legni usati in edifici costruiti in data certa (dendrocronologia), sono giunti a ragionevoli certezze sul clima del passato remoto e meno remoto.
Tra i tanti scienziati che si occupano o si sono occupati di clima, per citarne solo alcuni, vi sono Ulf Bungten di Cambridge e membro dell’Istiuto Svizzero di Ricerca;
Pierre Alexandre, che in un poderoso studio – Le climat en Europe au Moyen Age – ha messo insieme, traendone conclusioni, centinaia di citazioni letterarie e storiche su clima relative ad anni e stagioni; Bjorn Lomborg, accademico e ambientalista danese, autore di vari studi tra i quali – Cool it environmentalist guide to global warming -.
L’argomento meriterebbe molte pagine, tante citazioni e piu’ riferimenti concreti, ma si puo’ sintetizzare.
Le oscillazioni delle temperature hanno comportato sin da tempi lontanissimi glaciazioni e riscaldamenti. Sappiamo ora che tra il 300 a.c. e il 200 d.c. vi è stato un clima temperato che poi si è un poco appannato per tornare dopo l’anno mille sino alla piccola glaciazione iniziata attorno al XV secolo, (piccola in confronto alle glaciazioni di epoche lontanissime).
Tale glaciazione è stata violenta, al punto che in alcune valli di montagna i ghiacciai hanno travolto anche case, ma ha iniziato a regredire circa un secolo fa e non per colpa dell’uomo.
Ma,anche senza citare scienziati, basta conoscere la storia per dedurre che la temperatura dei secoli passati è stata di molto superiore a quella attuale anche nelle Alpi.
Nessun testo di epoca romana parla di difficoltà particolari nell’attraversare le Alpi da parte di eserciti ed altri, anche se si citano sentieri difficili, precipizi, neve e, in confronto al tepore dellapenisola, freddi intensi ,‘’ terribilis frigoribus Alpes’’ diceTacito. In molti valichi alpini si vedono ancora cippi e resti di sentieri romani.
E i barbari arrivavano a sud anche d’inverno.
Il normanno Erik il rosso (circa 940-1010) sbarcò in Groenlandia, che così chiamòbperché nella sua lingua significava terra verde, quindi niente ghiaccio. Suo figlio Leif Erikson arrivo’ nella attuale Terranova. che chiamò Vinland, cioè terra delvino, possibile solo con clima temperato. Nel 1961 sono state scoperte tombe vichinghe del XI secolo a L’Anse aux Meadows.
Prima della piccola glaciazione, Papi, imperatori, eserciti, mercanti, carovane di muli, viandanti e pellegrin iattraversavano le Alpi in ogni stagione senza difficoltà.
Nel1077 l’imperatore Enrico IV passa il Natale in Borgogna, poi con moglie, figlio, seguito e, raccontano i cronisti, grande esercito, passa le Alpi senza problemi, si ferma a Pavia e arriva il 20 gennaio, in circa tre settimane, a Canossa per il famoso incontro con Gregorio VII, che aveva lasciato Roma per andare in Germania. Niente a che vedere con i travagli
dell’esercito napoleonico nel passaggio del Gran San Bernardo nel 1800, e a maggio, quando le nevi erano in parte già sciolte.
Fino al 500 i Savoia si dividevano tra i loropossedimenti a nord ed a sud delle Alpi in ogni stagione.
Sui colli alpini, come la Fenétre Durand (2805m,) tra Italia e Svizzera, si faceva anche qualche piccolo commercio tra i valligiani sottostanti che portavano al colle a date prestabilite quanto volevano vendere.
Il colle delTheodulo (3301m.) traCervinia e Zermatt, ora ricoperto di neve e ghiaccio, era un percorso importante e si intravedono tuttora resti di una mulattiera lastricata del XIII secolo.
E narrano le cronache spicciole locali, per esempio, che gli abitanti di Bionaz (1600 m.) in Valpelline e quelli di Arolla (1998 m. ) nellasvizzera Val d’Herens, che eran montanari quali non ce ne sono piu’, si facevano razzie reciproche attraversando il col Collon( 3087), che sul lato svizzero è ora coperto da un ghacciaio.
E si potrebbe citare tanto altro.
Quindi il riscaldamento attuale è reale, ma non è opera dell’uomo che deve, tuttavia, astenersi senza se e senza ma dal mandare in aria sozzure. E questo non per motivi climatici, ma per non avvelenare l’aria che respira.
di Ettore Falconieri