Importante è dare un senso alla propria giornata
14 ottobre 2019: non è una giornata come le altre. La violenta depressione dell’autunno si abbatte ormai nella sua geometrica potenza su chi scrive. Vi posso tranquillamente spiegare come, e – consentitemelo –è divertente. Mi alzo la mattina alle 8.00 come di consueto, assumo un caffè solubile: immediata è la necessità di andare alla toilette; eseguo il compito, poi assumo un altro caffè e debbo tornare alla toilette fino al terzo caffè, a volte mi limito al secondo. Guardo il mare di Camogli dalla vetrata annus 1973 di via Jacopo Ruffini, quasi con le lacrime agli occhi: è infinito, ed è sempre ostile – come direbbe il giornalista/scrittore Matteo Cavezzali autore di “Icarus – Ascesa e caduta di Raul Gardini”, e mi torna alla mente quanto è stata difficile – ma talvolta straordinariamente intensa – la mia vita in una costellazione di passioni e forti sconfitte umane.
Ma soprattutto: mi rendo conto dell’oggettiva anomalia di una siffatta situazione caratterizzata da un’incapacità stritolante di assumere coerentemente i progetti della giornata, del vivere quotidiano. Eppure: non è forse vero che Rod Steiger fissava l’oceano per delle ore? Ed è a suo modo stupendo?
Divento un irriducibile romantico, chiedendomi in continuazione: la vita ha senso? La risposta è disarmante: no. Non c’è senso in nessuna delle cose che facciamo. E veniamo così alla Concita De Gregorio, donna bellissima. Apro casualmente La 7 con il telecomando. Ospite alla trasmissione televisiva di Tagadà, il 14 pomeriggio, c’è Concita.
Sguardo malizioso alla Francis Farmer quando (l’attrice) non era ancora caduta in disgrazia. Concita è cattiva. Per l’esattezza: è cattivissima. Con un fisico decisamente sportivo (probabilmente nuota in piscina tutti i giorni), il tacco 12 e il sorriso della graziosa saputella di provincia, esordisce proprio come l’attrice che si trova nelle terrazze romane de ” La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino:“Sono stata sveglia tutta la notte, non ho chiuso occhio”. In quel momento, Concita prende pieno possesso – e non è una battuta – del suo corpo, soprattutto quando muove i piedi aperti senza calze che ospitano arrogantemente il tacco 12, inoltre una lieve smorfia maliziosa compare sul suo volto. Lo confesso: mi sono eccitato, perché il birignao della De Gregorio sortiva su di me un effetto di fascinazione bestiale tale da indurmi a pensare: Concita, se solo io tu potessi essere a Camogli a prendere il te delle 5 a casa mia…
Orbene, perché Concita non ha chiuso occhio tutta la notte precedente alla sua riuscitissima apparizione nel palcoscenico di Tagadà? Per l’assassinio (così pare) a colpi di pietre dell’attivista curda Hevrin Khalaf, fatto per carità orribile (alla cattiveria umana non c’è limite). Io avevo dormito ben 9 ore complessive la notte precedente, e ne sono stato inorridito decisamente più dell’attrice consumata Concita. Ma il punto è un altro: l’unico fatto che abbia importanza nel cosmo è dare un senso alla propria giornata, e la erotizzante De Gregorio lo ha fatto benissimo recitando la sua parte. Come scrisse Piero Ottone nel suo fondamentale “Le regole del gioco – piccola filosofia ad uso personale: ,“Cari ragazzi: la vita può diventare un grande pasticcio, una profonda delusione.
Non dico che dovete cercare di essere felici, perché felici si nasce, non si diventa; ma è importante che alla vita riusciate a dare un senso.”
“Ed è subito sera” (Quasimodo).
Ps – Concita, ti aspetto per il te delle 5 a Camogli in via Jacopo Ruffini. O, in alternativa, per un caffè.
Alexander Bush