Occorre una regola chiara, autenticamente liberale, di comportamento per regolare dazi, e importazione di merci
La recente decisione della UE di ammettere una maggiore importazione di olio dalla Tunisia ha scatenato proteste vibrate da parte degli agricoltori italiani che affermano due cose: in questo modo si danneggia la già traballante economia delle regioni agricole e, secondo, ne va di mezzo la salute dei consumatori, perché l’olio tunisino non rispetterebbe i parametri di sicurezza previsti dalla normativa.
Si tratta, a ben vedere, di due obiezioni che dimostrano quanto una concezione davvero liberale sia lontana dalle linee guida della politica agricola europea.
Nel primo caso (la richiesta di blocco delle importazioni) si evidenzia come tutta le politica agricola europea sia improntata ad un protezionismo ferreo quanto antistorico: oggi sui prodotti agricoli importati da paesi esterni alla UE vigono dazi e contingentamenti tali da bloccare qualsiasi possibilità di importazione. Il tutto a favore di un’agricoltura europea che continua a difendere i propri privilegi (i produttori di latte olandesi, ad esempio) con costi sempre più insostenibili anche per la stessa Unione. Senza considerare che la tanto sbandierata politica di aiuti verso i Paesi del Terzo Mondo si risolve in questo modo in una burletta: si blocca l’unica fonte di esportazione di questi Paesi, i prodotti agricoli.
Nel secondo caso (l’olio tunisino verrebbe prodotto utilizzando olive coltivate con il DDT) viene violato un altro principio fondamentale: tutti i prodotti utilizzati nell’ambito della UE dovrebbero rispondere a caratteristiche organolettiche, di sicurezza e di certificazione uguali per tutti – siano essi prodotti nella UE, siano essi importati. L’unico parametro dovrebbe essere la sicurezza dei cittadini consumatori.
Anche e soprattutto in questi casi andrebbe adottata la linea (sostenuta da Libertates): libero mercato (e quindi libera importazione) per ogni prodotto, purché sia rispondente ai parametri richiesti, da qualsiasi parte provenga.
Altrimenti continueremmo con questi provvedimenti di piccolo cabotaggio che nascondono interessi spesso meschini: aiutiamo la Tunisia perché è in prima linea contro l’Isis, e pazienza se tutti gli altri Paesi debbono restare fuori dalla porta e se i nostri agricoltori vengono danneggiati da una concorrenza sleale e pericolosa per la salute.
Angelo Gazzaniga