Il vero JFK, un delirio d’onnipotenza

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La figura del Presidente Kennedy tra mito e realtà

E’ uscita su Skyuno la docufiction“I Kennedy”, di altissimo livello artistico per la qualità degli attori, dedicata alla vita familiare e pubblica straordinaria di questa dinastia americana: sì, straordinaria ma per la “scissione verticale” tra immagine e realtà – di cui al copyright di Sigmund Freud – che riguardava i Kennedy, capaci di passare all’opinione pubblica americana e internazionale per l’esatto contrario di quello che erano veramente: soggetti legati alla malavita organizzata di Sam Giancana, il peggior gangster degli Stati Uniti dopo Al Capone, assuntori di farmaci e droghe, incapaci di un percorso politico coerente e soprattutto schiavi di enormi manie di grandezza stimolate in gran parte da un egomaniaco complessato come il patriarca Joseph, la volpe di Roosevelt. Tuttavia chi scrive ritiene che l’unico film che restituisca la verità sull’incredibile imbroglio di Jfk assurto alla Presidenza degli States con una cospirazione ai danni dell’avversario repubblicano Richard Nixon sia “Nixon – Gli intrighi del potere” di Oliver Stone, vincitore del Premio Oscar per il miglior attore protagonista; sullo sfondo della tragica e per certi versi patetica Camelot kennedyana resta però censurato l’elemento di maggior rilievo della presidenza e della biografia umana di Jfk, morto assassinato a Dallas il 22 novembre 1963, che vale la pena di analizzare con dovizia di particolari…
Insediatosi alla Casa Bianca grazie al fatto che il trafficante di droga Giancana aveva fatto votare anche i morti (sic!) e che l’ambiguo direttore della Cia Allen Dulles, ex legale di Lucky Luciano, aveva violato la sicurezza nazionale passando sottobanco informazioni strictly confidential a Jack Kennedy su uno sbarco di esuli anti-castristi per far vincere illegalmente l’ambizioso Jack al confronto televisivo con Nixon – come poi in effetti accadde –, si dimenticò subito dopo del pactum sceleris siglato sia con Cosa Nostra italo-americana che con la Cia, dando via libera al fratello Attorney General Robert per mettere in carcere lo stesso Giancana il giorno dell’insediamento di Bob!
Si chiama delirio di onnipotenza in relazione ad un assetto bipolare della personalità che già lo psichiatra Jensen rilevò a carico di Jfk. Come se non bastasse tutto ciò, un Kennedy dunque completamente privo di contatto con la realtà che prima chiese aiuto alla mafia per diventare Presidente e il giorno stesso dell’insediamento di suo fratello al ministero della Giustizia annunciò di voler mettere alla sbarra il responsabile della vittoria della propria campagna elettorale (sic!), confidò alla sua amante psico-labile Marilyn Monroe – una “schizofrenica paranoide-marginale” secondo la diagnosi di Anna Freud – segreti di Stato sullo sbarco (fallito) alla Baia dei Porci a Cuba. Un simile comportamento denotava un senso della realtà piuttosto labile da parte del comandante in capo degli Stati Uniti! Poi Marilyn lo ricattò, e morì suicidata per overdose di psicofarmaci a Los Angeles il 5 agosto 1962. Dove sia la grandezza in tuttò ciò, non è dato sapere.

di Alexander Bush

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Alexander Bush
Alexander Bush, classe '88, nutre da sempre una passione per la politica e l’economia legata al giornalismo d’inchiesta. Ha realizzato diversi documentari presentati a Palazzo Cubani, tra questi “Monte Draghi di Siena” e “L’utilizzatore finale del Ponte dei Frati Neri”, riscuotendo grande interesse di pubblico. Si definisce un liberale arrabbiato e appassionato in economia prima ancora che in politica. Bush ha pubblicato un atto d’accusa contro la Procura di Palermo che ha fatto processare Marcello Dell’Utri e sul quale è tuttora aperta la possibilità del processo di revisione: “Romanzo criminale contro Marcello Dell’Utri. Più perseguitato di Enzo Tortora”.

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