Un libro di poesie con un’unica matrice: la libertà
La scrittura e la simbologia come modo di trasmissione in cui le forme guidano le lettere verso la realizzazione della frase, transumate dall’immagine al pensiero. Anima Nera, è un libro sui generis, nella forma e nei contenuti in cui l’autore, Giovanni Lanzo, calabrese di nascita ma toscano di adozione da oltre 15 anni, tende a custodire quei pensieri, quelle emozioni, quelle percezioni che spesso vengono soffocati dalla turbolenta razionalità. Un testo che raccogliendo stimolanti poesie si presenta come una evocazione alla scoperta del nostro essere più profondo per la ricerca di un messaggio universale.
L’autore scrive per pura voglia di libertà. Una libertà che trova nella poesia, essenza di passione umana che ha il potere, come il vascello di Cheope, di traghettare il poeta verso la Luce. Le poesie sono state composte in uno spazio temporale che vede il tramonto degli anni’80 e il sorgere del XXI secolo. L’opera consta di due libri Anima Nera Equinozi e Anima Nera Solstizi. La prima racchiude in sé “Rabbia e Speranza” e “Colori in Bianco e Nero”, la volontà di aprire un varco senza il possesso del lume della ragione, risvegliata dalle intriganti forme della riflessione. In Solstizi, ancora in corso d’opera, invece la rabbia e la malinconia riverberano ne “L’Urlo del Diavolo” e in “Spirito e Sangue”, gli arcani contrapposti.
Le Quattro Porte sono suggellate dal Symbolon Anima Nera, oggi espressione considerevole del contenuto del libro e del suo percorso, ieri uno pseudonimo attribuito all’autore dalla sua professoressa d’italiano del liceo. Nel testo si ritrovano alcune parole scritte in corsivo come messaggio e indizio estrapolate da alcuni incontri spiritici. Completano l’opera ermetici disegni che trasportano i lettori in epoche diverse: un viaggio, non sempre tranquillo nè tantomeno continuo, mistico tra la realtà della vita terrena e la scoperta di un nuovo mondo spirituale.
Come ha scritto Roberto Amato Johannes nella sua prefazione, Lanzo con Anima Nera “esprime il legame invisibile che talvolta esiste tra il già e il non ancora, tra il perfettibile e il perfetto, tra la vita, la morte e la rinascita”.
Renato Cantagalli