Sembra un’affermazione assurda: uno Stato è centralista oppure federalista.
Eppure l’Italia sembra aver fuso i due sistemi unendo i difetti di ambedue.
Lo vediamo in questo periodo di emergenza: la sanità pubblica sarebbe di competenza delle regioni, ma queste un giorno invocano autonomia nelle decisioni, il giorno dopo accusano il governo di scaricare su di loro le responsabilità; i fondi per la sanità vengono trovati dal governo, ma spesi e gestiti dalle regioni.
Un caos colossale, uno scambio di accuse e un intreccio di competenze in cui sembra naufragare ogni serio progetto: cioè un esempio di come possa funzionare uno stato nominalmente federalista ma con una logica centralista.
Tutto ciò perché la trasformazione in stato federalista è stata attuata solo a metà e con tante riserve mentali da parte di tutti.
Uno stato davvero federalista nei fatti e non solo nelle parole, come da sempre sostiene Libertates, dovrebbe basarsi su alcuni principi fondamentali:
- delineare con chiarezza quali compiti (e quindi quali poteri e quali fondi) sono di competenza dello stato centrale; tutto il resto è competenza delle singole regioni (o come si vuol chiamarle). In Italia invece le competenze sono spesso sovrapposte e tutt’altro che definite, come vediamo adesso nel campo della salute pubblica. Situazione che porta a conflitti di competenze e ricorsi alla magistratura con conseguenti ritardi, recriminazioni e incertezze.
- Autonomia fiscale delle singole regioni. Esse dovrebbero gestire autonomamente le proprie risorse salvo devolvere allo stato centrale quanto necessario per porre in essere le proprie competenze e alle altre regioni meno favorite quanto loro necessario per raggiungere gli scopi prefissati. Questo per il principio di sussidiarietà (che non significa aiuti a fondo perduto ma tali da essere finalizzati al raggiungimento di determinati scopi e controllabili)
- L’esistenza di una Camera federale in cui si possano rappresentare e difendere le esigenze delle singole regioni che vi vengono rappresentate come singole entità e non proporzionalmente al numero degli abitanti
Tutti elementi che non esistono in Italia che pertanto non può definirsi uno Stato federalista ma neppure uno Stato centralista: la definizione più appropriata sarebbe quello di ircocervo o, più prosaicamente, di gran pasticcio normativo.
Ne è la prova quanto si vede ora con il sistema della salute pubblica in cui le singole regioni agiscono come centri decisionali e centri di spesa ma con fondi dello Stato e seguendo linee guida proposte dal Ministero della Salute: e tutti ne vediamo i risultati.
Eppure abbiamo un esempio di stato federale che funziona proprio ai nostri confini: la Svizzera. Perché non prenderlo a esempio?
di Angelo Gazzaniga