La burocrazia italiana, farraginosa, opaca, complessa, inefficiente… (e potremmo continuare di questo passo) non tralascia occasione di colpire i cittadini con la sua inefficienza.
Nelle cronache di questa estate ci sono spesso i salvataggi in montagna, con un corollario di polemiche e discussioni. Polemiche sugli interventi degli elicotteri di soccorso. Questi interventi, spesso decisivi per il salvataggio di una persona, talvolta invece superflui perché si tratta solo di raggiungere qualche escursionista troppo stanco o troppo impaurito per rientrare da solo, hanno, ovviamente, un costo.
Ebbene, abbiamo scoperto che questo costo viene talvolta addebitato in toto all’escursionista, altre volte in parte secondo una percentuale del costo, oppure viene applicato un costo forfettario, in altri casi è gratuito. Secondo quali criteri? E qui viene il bello: ogni regione applica proprie tariffe, che a loro volta variano a seconda dell’ente gestore dell’elicottero, del tipo di intervento (se in codice rosso o giallo o verde), dell’ente che lo organizza (soccorso alpino, esercito, privati ecc).
In pratica chi chiede soccorso in montagna può cavarsela con poche centinaia di euro o trovarsi una fattura di diverse migliaia di euro: tutto a seconda di dove si trova o di chi arriva.
Un caos e una complicazione burocratica davvero degna della burocrazia italiana! L’infortunato verrà a sapere il costo solo al momento della fattura, e i cittadini non sapranno mai i veri costi del soccorso alpino.
Eppure una soluzione semplice, trasparente e immediata ci sarebbe, basterebbe imitare i nostri vicini svizzeri: lì c’è un’organizzazione (la REGA) che gestisce tutto il sistema del soccorso, dai volontari, alle guide alpine, agli elicotteri; chiunque può stipulare un’assicurazione (praticamente obbligatoria per tutti coloro che vanno in montagna) che ha un costo annuale ridottissimo (circa 20 euro). Questa assicurazione copre tutti gli interventi di soccorso: per gli abbonati qualsiasi intervento è gratuito. In questo modo sia l’infortunato (che sa di dover pagare solo l’assicurazione annuale) sia i cittadini (perché il bilancio della REGA è pubblico e copre qualsiasi soccorso) sanno quanto costa il tutto.
Semplice, chiaro, efficiente: ma purtroppo svizzero!
Guidoriccio da Fogliano