L’ABC dell’economia e della finanza? Regole semplici e applicabili che evitino burocrazia e costi inutili.
Intervista ad Adriano Teso
Le tasse potrebbe essere solo tre: reddito, iva e una piccola patrimoniale che abolisca tutte le altre patrimoniali
In tempo di crisi economica, regole incerte dei mercati, politici e partiti confusi mi rivolgo a chi di queste cose ne capisce e che è da decenni protagonista dell’industria – quella vera fatta di produzione reale di ricchezza e benessere – e della politica.
Incontro Adriano Teso nel suo studio, dopo una giornata di lavoro. Come descrivere Teso? Nel 1970 fonda IVM, azienda produttrice di vernici per legno, elastomeri per pelli sintetiche e resine e della quale ne diviene presidente. Ad accompagnarlo sempre la passione per la cultura liberale e la politica: fonda e dirige importanti centri studi di politica economica e sociale di area liberale (Fondazione Liberal, Istituto Bruno Leoni, Libertates, Centro Studi Liberali), svolgendo anche attività nelle Associazioni di categoria quali Confindustria, Federchimica e Assolombarda. Ricopre inoltre, fin da giovane, importanti cariche in tali associazioni, come Consigliere incaricato per la Media Industria, Vice Presidente e Presidente del Centro Studi, oltre ad essere membro del Consiglio Direttivo della Camera di commercio italo-cinese. Con altri imprenditori, nel 1984 diventa editore del mensile Pagina diretto da Ernesto Galli della Loggia insieme a Giampiero Mughini, Paolo Mieli, Riccardo Chiaberge e Massimo Fini. Partecipa inoltre allo sviluppo di attività imprenditoriali nel settore navale e chimico in molteplici aziende, tra le quali, ad esempio Arminter SAM e Novaresine. Nel 1993 è candidato sindaco a Milano per il raggruppamento liberale-repubblicano-Segni-riformatori. Nel 1994 fonda il Polo Liberal Democratico, col quale viene eletto in Parlamento per la XII Legislatura, confluendo poi in Forza Italia, della quale diviene anche responsabile per lo Sviluppo Economico. Nella stessa legislatura è Sottosegretario di Stato per il Lavoro e la Previdenza Sociale.
Teso è reduce del successo del libro “L’ABC dell’economia e della finanza” edito da Mondadori e scritto con Fabio Cesaro. Mi accoglie subito con una battuta parlando del successo del suo volume: “Di mestiere non giro l’Italia per presentare l’ABC dell’economia e della finanza…ma vendo vernici”.
Iniziamo a discutere partendo proprio dai temi centrali del libro dove spiega in maniera semplice ed efficace di alcuni concetti chiave dell’economia e della finanza, per definire una nuova idea di futuro. Libertà e responsabilità individuale come chiave per il benessere generale, voglia di fare e conoscenza per poter sognare e creare: ecco il fil rouge della sua lunga esperienza professionale e di questo libro, che aiuta a comprendere meccanismi apparentemente complessi e racconta una possibile riscossa per il nostro paese. Teso non ha dubbi sugli ingredienti necessari per risollevare l’Italia: in primo luogo, una classe dirigente imparziale e preparata, che al governo faccia ripartire l’economia dando più spazio alla libertà individuale e meno al dirigismo, alla pressione fiscale e alla burocrazia. Lo Stato deve riconoscere i suoi limiti, promuovendo la concorrenza e liberando le forze del mercato, ma deve anche garantire assistenza e un reddito minimo per i più deboli, finanziandosi con imposte minori e più eque. Ed è indispensabile combattere la speculazione per restituire la finanza e il denaro alla loro funzione di sostegno all’economia reale.
Come giudica l’attuale situazione politico-economica?
“La politica italiana e internazionale sono davanti a un bivio dal punto di vista finanziario. L’Italia è piena di bond, derivati e altri simili prodotti finanziari che non sono ricchezza reale. Il denaro è stato inventato solo per agevolare il baratto, finché il baratto non è concluso ogni persona ha solo un pezzettino di carta in mano che è una cambiale di qualcuno. L’Italia tra i Paesi occidentali è una delle nazioni maggiormente esposte ”.
Come vede la situazione economica dei cittadini italiani?
“L’italiano è quello che ha tra i migliori tenori di vita al mondo. Ma non capisce il perché. Il perché è semplice: ora stiamo vivendo con soldi di altri che prendiamo a prestito e prima o poi queste persone smetteranno di prestarci soldi, ma non solo. Vorranno indietro quelli che ci hanno prestato. E’ inevitabile che il tenore di vita rischierà di abbassarsi. Con questa globalizzazione stiamo comprando merci prodotte a 1 dollaro orario. Questo ha aumentato certamente il nostro tenore di vita, dandoci maggiore potere di acquisto. Ma tutto questo ha un equilibrio precario…e pochi se ne sono accorti. E gli effetti li vediamo ogni giorno, purtroppo. Molte aziende chiudono perché non più competitive, perché non riescono a reggere la concorrenza di chi produce con manodopera a 1 euro all’ora. Quindi mi chiedo: con che cosa pagheremo i nostri debiti?”
Vede il rischio di un default?
“Certamente. La preoccupazione è che siamo davanti un default. In Italia cosa succederà? O ci mettiamo a produrre maggiore ricchezza o altrimenti il rischio default è grosso. Spero vivamente che la crisi non porti le persone a scendere in piazza con i bastoni come si vede in queste settimane in Sud America. E’ uno scenario terribile e disastroso che non mi vorrei mai vedere”.
Secondo lei quale deve essere la ricetta della politica?
“Spero che prima o poi un governo faccia quelle operazioni che servono: taglio della spesa pubblica improduttiva e inefficace, trasparenza nei rapporti delle gestioni finanziarie – ci sono state troppe banche che hanno fatto sparire i soldi dei risparmiatori – un miglior funzionamento della giustizia e poi l’istituzione dazi compensativi che regolino il mercato e lo scambio commerciale”.
Un difetto dell’attuale classe politica, di tutti gli schieramenti?
“Il problema che vedo è che c’è una classe politica mediamente ignorante in economia e finanza. Forse oggi abbiamo una classe politica che ha la patologia del potere come direbbero alcuni storici: più un certo potere esiste più questo si appropria di soldi degli altri. Man mano chi ha potere vuole accumulare potere e mantenere status e potere”.
Secondo lei quale deve essere il vero significato di politica? Perché scendere in politica?
“Il vivere bene vuol dire vivere con gli altri, lavorare insieme come squadra per un bene comune per un obiettivo di benessere comune. Ad esempio i soldi che ognuno di noi paga in tasse devono essere utilizzati per il benessere di tutta la collettività: ricevere quanto ho dato alla collettività. Abbiamo tasse assurde, siamo uno tra i Paesi al mondo più tassati: la pressione fiscale per le imprese raggiunge facilmente l’80-85%. Una follia. 250 tasse principali. Le tasse potrebbe essere solo tre: reddito, iva e una piccola patrimoniale che abolisca tutte le altre patrimoniali (0,5-0,6% all’anno). Ad esempio la tassa sull’automobile è un’assurdità, è alla fine una patrimoniale. Così come la tassa sulla casa e così via. Non sono solo costi di tasse che paghiamo ma costi di burocrazia che noi paghiamo per attività che possono essere inutili. Si potrebbe semplificare tutto”.
Nutre speranza per il futuro?
“Non vedo luce in fondo al tunnel…sono preoccupato, molto preoccupato. La soluzione è una sola: far quadrare i conti tagliando la spesa e aumentando i ricavi. Credo solo nel lavoro di squadra e non nei leader massimi che sanno tutto loro. La politica ora oltre ai temi economici deve affrontare anche temi etici e morali”.
Dieci nomi di valore tra i politici nostrani?
“Ho difficoltà. Ora è difficile trovare persone che facciano squadra…soprattutto in politica”.
Intervistare Adriano Teso, conversare in sua compagnia per più di un’ora ti fa riflettere. Ti fa capire cosa sia veramente la figura dell’imprenditore, mecenate illuminato, umanista, lavoratore instancabile. Vedi chiaramente il valore di una persona stimata da tutti, politici e imprenditori, che per più di quarant’anni oltre a fare impresa si è dedicata attivamente – col cuore – alla politica, quella vera del concetto di bene comune, mettendosi a disposizione degli altri e dando tutto se stesso.
Adriano Teso è un uomo d’azione e un liberale: uomini che ora non è facile trovare in circolazione.
di Andrea Andreoni