Che ITA dovesse essere ceduta ormai lo sanno anche i bambini.
A inizio anno gli amministratori hanno deciso di farsi consigliare da quattro (!) advisors: due per la parte legale e due per quella commerciale. Prezzo concordato in caso di conclusione positiva della vendita (fatto scontato perché lo richiede la UE) 8,9 milioni.
Peccato che pochi mesi dopo il Ministero (che è proprietario al 100% di ITA) abbia deciso di avocare a se la procedura di vendita nominando a sua volta due altri advisors. Advisors che avranno un compenso nettamente inferiore perché gli enti statali hanno precisi tetti di spesa.
A questo punto i due advisors nominati dal Ministero faranno tutto il lavoro con un compenso limitato, mentre gli altri quattro riceveranno un lauto compenso per fare ben poco!
A questo riguardo l’azienda ha mandato una lettera chiedendo uno sconto ai suoi advisors, i quali, forti di con un contratto già firmato, concederanno tuttalpiù un piccolo sconto.
Ma non si poteva chiedere al Ministero chi avrebbe gestito lavendita prima di nominare gli advisors dell’azienda?
Perfetto esempio di come buttare soldi dei contribuenti.
NB nel frattempo l’amministratore delegato di ITA protesta perché il suo compenso (circa 700.000 euro l’anno) non è sufficiente visto l’attività che svolge.
di Angelo Gazzaniga