La Corea del Sud lo scorso anno ha superato nel Pil (che, per quanto discutibile, è l’indicatore del Prodotto lordo e quindi della ricchezza prodotta) l’Italia.
È quindi di fatto, se non di diritto, membro del G7 al posto dell’Italia.
Tanti sono gli elementi che l’avvicinano all’Italia:
- dimensioni simili all’Italia (50,3 milioni di abitanti contro 60)
- boom economico a partire da una situazione altrettanto drammatica alla fine degli anni ’50 (occupazione giapponese e guerra di Corea che ha devastato completamente tutto il Paese)
- sistema sanitario che garantisce assistenza a tutti a costi bassi (sia pure con metodologie diverse)
Ben diversi sono invece i risultati nella lotta alla pandemia: 1321 morti ogni milione di abitanti (nel 2020) per l’Italia; 22 morti per milione in Corea.
Dovrebbe essere un motivo ulteriore per studiarlo e approfondirne la conoscenza.
Invece, mentre in Corea l’interesse (e anche l’amore) per il nostro Paese è in continuo aumento, la nostra attenzione per loro è quasi pari a zero: si conoscono i nomi dei grandi complessi industriali (Daewoo, Samsung) e qualche scandalo che ha coinvolto la classe politica (anche in questo sono abbastanza simili all’Italia), poi nulla.
È questo il risultato del nostro sempre più spiccato provincialismo: l’ombelico del mondo sembra essere il centro politico di Roma, l’interesse di giornali e televisioni raramente supera i confini e, se lo fa, è per qualche notizia di cronaca o poco più.
La razza dei corrispondenti che, vivendo sul posto e conoscendo la realtà locale, poteva offrire approfondimenti e analisi si è praticamente estinta, sostituiti spesso da notizie di agenzia e di cronaca.
In questo modo, però, si rinuncia a cercare di capire come altri hanno affrontato, e spesso risolto, problemi che si sono poi presentati anche a noi; a conoscere i problemi degli altri; ad avere una conoscenza del mondo con cui dobbiamo necessariamente misurarci.
A diventare un Paese moderno e aperto, non ripiegato stancamente su se stesso e le sue convinzioni e abitudini: un compito che spetta al mondo dell’informazione, ma anche a tutti noi che questo dovremmo chiedere loro.
di Angelo Gazzaniga