Sulla base delle dichiarazioni dei redditi processate nel 2022 dall’Agenzia delle Entrate in Italia i cittadini contribuenti (cioè che pagano le tasse) sono 41 milioni su 59 milioni di residenti.
Ma 10 milioni dichiaravano reddito zero e il 79% degli altri dichiarava un reddito al di sotto dei ventottomila euro. In particolare al Nord il 58,1% versava almeno un euro, percentuale che scendeva al 70,5% al Centro e addirittura al 39,8% al Sud. Sono percentuali non credibili: il 42% dei contribuenti pagava solo il 1,9% dell’Irpef, l’80% ne pagava il 27,9% e, in pratica, il 72% del gettito era a carico del 20% dei cittadini.
A cosa è dovuto tutto questo:
- all’evasione che è la più alta tra i paesi industriali europei
- all’elusione che è favorita da leggi sovranazionali inesistenti
- dalla congerie di bonus di ogni tipo e genere che hanno distorto le aliquote nominale creando enormi scaloni in prossimità delle soglie di reddito oltre le quali si perdevano i bonus
- le aliquote fisse legate al giro d’affari di certe categorie che penalizza pensionati, dipendenti a reddito fisso e quegli autonomi che non sono ammessi (cioè quelli con maggiori costi in investimenti e struttura e che quindi producono più valore aggiunto)
- un sistema di accesso facilitato al welfare e all’assistenza basato sul sistema dell’Isee facilmente aggirabile
Se poi consideriamo (da dati Inps) che su 16 milioni di pensionati quasi il 46% non ha versato neppure 15 anni contributi e molti neppure un euro di tasse, il quadro non è certamente migliore.
Ma come far fronte a spese per un welfare, un assistenza e un sistema pensionistico fuori controllo quanto inefficace quando si è azzerato il principio del beneficio come base d’imposta e si continua sulla strada di una falsata capacità contributiva per cui è una ristretta base di contribuenti a pagare per tutti?
Con un sistema fiscale davvero equo, semplice, moderno e liberale come quello che viene proposto da Libertates e pubblicato prossimamente sul sito: ognuno paga le tasse (cioè contribuisce alla spesa comune) in base a quanto guadagna.
di Angelo Gazzaniga