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“La bambina che amava Stalin” a Lodi il 7 novembre per il Memento Gulag

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Il Memento Gulag, ovvero la giornata alla memoria delle vittime del comunismo e di tutti i totalitarismi, voluto da Libertates e celebrato ogni 7 novembre, coincide quest’anno con un evento particolare: la messa in scena al teatro Alle Vigne di Lodi della piéce “La bambina che amava Stalin”, di Dario Fertilio, interpretata dall’attrice Isabel Russinova . Il monologo, dal forte impatto drammatico, si ispira a una lettera realmente scritta a Stalin, durante gli anni trenta, da una bambina di nome Nina Schveizova, in cui la fede ingenua nelle virtù salvifiche del dittatore si mescola alla disperata preghiera di intervenire in difesa di lei stessa e della famiglia, colpite mortalmente dalla fame imposta dal regime. Naturalmente la lettera, tutt’ora conservata negli archivi sovietici, non ebbe mai risposta. Sulla scena la Russinova non interpreta la piccola Nina, presente solo come testimone muta, ma una donna che nel vicino kolkoz lavorava come contabile. Rimorso per il mancato aiuto fornito alla bambina, comprensione tardiva per la tragedia irreparabile e speranza di riscatto si fondono così nell’animo della protagonista, facendo de “La bambina che amava Stalin” una testimonianza senza tempo del male totalitario. La data del 7 novembre, anniversario della rivoluzione bolscevica in Russia, è stata scelta per la celebrazione del Memento Gulag.
Lodi, Teatro alle Vigne, via Cavour 66, 7 novembre alle 21.
Tel. 0371.409496 www.teatroallevigne.com

di Dario Fertilio

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Dario Fertilio (1949) discende da una famiglia di origine dalmata e vive a Milano. Giornalista e scrittore, presiede l'associazione Libertates che afferma i valori della democrazia liberale e i diritti umani. Estraneo a ogni forma di consorteria intellettuale e di pensiero politicamente corretto, sperimenta diverse forme espressive alternando articoli su vari giornali, narrativa e saggistica. Tra i suoi libri più noti, la raccolta di racconti "La morte rossa", il saggio "Le notizie del diavolo" e il romanzo storico "L'ultima notte dei Fratelli Cervi", vincitore del Premio Acqui Storia 2013. Predilige i temi della ribellione al potere ingiusto, della libertà di amare e comunicare, e il rapporto con il sacro.