La crisi ucraina vista dall’italia

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Un alieno che non sapesse nulla delle vicende di questo mondo ed entrasse su Facebook, oggi, direbbe sicuramente che l’America sta aggredendo la Russia, usando l’Ucraina come mero pretesto. Se l’alieno entrasse in un bar, sentirebbe, oltre che i tanti che discutono sul Covid, sui vaccini e sul Green Pass, anche qualcuno che si lamenta dell’aggressività degli americani che ci possono “trascinare nella Terza guerra mondiale”. Gli americani sono accusati dalla “gente”, termine improprio per definire il senso comune, di essere gli artefici e i responsabili della crisi in Ucraina.
Noi che alieni non siamo e tentiamo, quanto meno, di documentarci sulla origine e lo sviluppo della crisi in Ucraina, non possiamo far altro che sorprenderci di questa gigantesca illusione collettiva. Gli americani, infatti, non c’entrano assolutamente nulla con la crisi in Ucraina, che è un Paese neutrale, su cui non stazionano truppe americane. Gli unici che hanno finora mobilitato l’esercito sono semmai i russi che hanno schierato, nei pressi del confine, ben 130mila uomini e stanno conducendo, da tre mesi, manovre molto minacciose, lasciando intendere che sono in grado di lanciare un’operazione militare anche subito, se lo ritenessero necessario. La Russia ha già occupato militarmente una regione dell’Ucraina, la Crimea. E dal 2014 sta destabilizzando le province separatiste del Donbass. La guerra c’è già, da otto anni, ha mietuto 16mila vittime. Ora Putin punta a prendersi tutta l’Ucraina? Forse no, ma quantomeno mira ad intimidirla e piegarla alla sua volontà. L’America, in tutto questo, non c’entra veramente nulla. E non ha fatto niente, in concreto, se non, buon ultima fra i partner dell’Ucraina, inviare un piccolo numero di armi da difesa individuale (dei Javelin anti-carro) e avvertire i suoi cittadini di lasciare il Paese, se non altro per non lasciarli intrappolati in un conflitto.
Ma allora perché tutti parlano solo degli americani? Perché a Putin interessa così. È infatti tipico della propaganda russa, non da adesso, ma da sempre, addossare agli Usa tutte le colpe di questo mondo. E più la politica del Cremlino si fa aggressiva, più si alzano i toni delle accuse contro gli Stati Uniti. Ciò è tipico di tutti i regimi totalitari e autoritari: accusare il nemico giurato di quel che stanno facendo loro. Se dunque gli arabi accusano gli israeliani di tagliargli le forniture di acqua, è perché loro lo stanno facendo ai danni di Israele (è successo prima della Guerra dei Sei giorni). Se i sovietici installano missili a ridosso dell’Europa, accusano la Nato di minacciarli con i suoi missili (è successo nella crisi del 1983). Adesso la Russia sta minacciando l’Ucraina. E quindi, puntualmente accusa gli Usa di voler aggredire. E la gente ci crede. Facebook, la principale piazza virtuale della gente adulta, è piena di piccoli spontanei (e spesso inconsapevoli) agenti d’influenza del Cremlino, sinceramente preoccupati della (inesistente) aggressione statunitense. Sono centinaia, migliaia di voci che parlano di inesistenti missili americani già dislocati in Ucraina e puntati su Mosca, di patti violati che non sono mai esistiti, di truppe americane che non ci sono. Una guerra immaginaria che serve solo a Mosca per crearsi un alibi.
Come si è arrivati a questo livello di indottrinamento russo in Italia? Questo sarà compito dei sociologi del futuro, perché si tratta sicuramente di un importante ed interessantissimo esperimento sociale di massa. Infatti, l’opinione pubblica filo-russa è ormai indipendente sia dai partiti che dai grandi organi di informazione italiani. I partiti, dopo essersi occupati esclusivamente di Covid e poi delle elezioni del Presidente, non si sono mai occupati della crisi in Ucraina. E tuttora, se si cercano dichiarazioni dei politici in merito, si trovano solo frasette di circostanza che non dicono nulla, come “auspichiamo la de-escalation da entrambe le parti”, oppure, al massimo “una guerra alle porte dell’Europa sarebbe una catastrofe”. I grandi quotidiani, a parte qualche firma decisamente filo-russa, in questa crisi sono mediamente equilibrati, dicono le cose come stanno senza cadere nelle tipiche trappole della propaganda del Cremlino. Eppure “la gente”, nonostante tutto, “la sa lunga” ed è convinta che la Russia sia la parte aggredita.
Dobbiamo dunque dedurre che ormai sia la Russia stessa, con i suoi strumenti di soft power, ad aver plasmato l’opinione pubblica in Italia. Strumenti che includono: attivisti online, think tank, case editrici amiche, collaborazione con prestigiose università italiane, contatti economici con banche e aziende energetiche, politici amici soprattutto nel centrodestra. Lo hanno fatto, da almeno un ventennio, con tutti i Paesi europei, con Israele (dove un terzo della popolazione è russofona) e con gli Usa, ma hanno avuto particolarmente successo in Italia. Molto probabilmente perché in Italia hanno trovato un popolo cha ha sedimentato 80 anni di anti-americanismo e che non vedeva l’ora di trovare un punto di riferimento per poter incolpare gli Usa. Curioso che, in questi anni, l’antiamericanismo sia soprattutto a destra, più che a sinistra. Fra crisi economica, paura della globalizzazione, guerra di Libia e di Siria, si è infatti consolidata più a destra che a sinistra l’idea (falsa, come quella di sinistra) che dagli Usa partano tutti i mali del mondo. E che la salvezza viene dalla Russia.

di Stefano Magni

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