La foto più bella dell’anno, ovvero il senso del celeste. Alla ricerca del segnale perduto.

Data:

Brescia
Il “World Press Photo 2014” ha premiato come foto più bella dell’anno quella dell’americano Stanmeyer,
collaboratore tra l’altro di “National Geographic”, che rappresenta – di
notte e al chiarore lunare – i migranti in piedi sulla spiaggia di Gibuti
che cercano il segnale perduto con i propri cellulari, nel tentativo di
chiamare casa, informare e contattare i cari, cercare l’ultima
“protezione” affettiva o economica. Notevole appare l’impianto prospettico
della Foto, con un migrante più alto in primo piano a sinistra e gli
altri via via degradanti verso il mare, lievemente increspato sotto la
luce della Luna. Che è velata in cielo, all’angolo destro, ma
restituisce, così, il “senso del celeste”, ancoraggio di infinito, che
governa il destino esistenziale dei migranti. In effetti, è l’ultima
testimonianza – questa – del ‘senso oceanico’, del riferimento
all’infinito, come lo chiamava Koestler, che sorregge gli uomini anche nei
momenti più difficili della storia. Alcuni cronisti han già notato
l’originalità e la bellezza della foto. Ma non mi sembra che sia stato
colto proprio questo intrinseco aspetto poetico o metafisico dello
‘scatto’. Solo che l’ancoraggio al cielo e all’infinito – per dire così –
è qui attuato attraverso la “tecnologia”. Sono cioè i cellulari alla
disperata ricerca di rete che, protesi verso l’alto, s’illuminano e
riflettono la luce lunare, creando così l’ancoraggio, la ricerca di
aggancio e di comunicazione. E’ un senso del celeste di “seconda natura”,
ma carico egualmente di bisogno affettivo, di simbolo spirituale, Forse
Dante e Leopardi, Baudelaire o Bassani non sono lontani.

Giuseppe Brescia

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Giuseppe Brescia
Filosofo storico e critico, medaglia d'oro del MIUR, Premio Pannunzio 2013 e Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica,Componente dei Comitati per le Libertà, ha procurato di innestare storicismo epistemologia ed ermeneutica. Dopo la fase filologica('La Poetica di Aristotele','Croce inedito' del 1984 ),ha espresso un sistema in quattro parti: 'Antropologia come dialettica delle passioni e prospettiva', 'Epistemologia come logica dei modi categoriali', 'Cosmologia', 'Teoria della Tetrade', 1999-2002).Per Albatros ha pubblicato il commento alla lezione di Popper in'Maledetta proporzionale' (2009,2013);'Massa non massa.I quattro discorsi europei di Giovanni Malagodi'(2011);'Il vivente originario'(saggio sulla filosofia di Schelling, con prefazione di Franco Bosio, Milano 2013); 'Tempo e Idee. Sapienza dei secoli e reinterpretazioni', con prefazione di Bosio (2015).I temi del tempo e del 'mondo della vita' si intrecciano con le attualizzazioni del 'male', da '1994'.Critica della ragione sofistica (1997), 'Orwell e Hayek', 'Ipotesi su Pico'(2000 e 2002) sino al recente'I conti con il male.Ontologia e gnoseologia del male'(Bari 2015).E' Presidente della Libera Università 'G.B.Vico' di Andria

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