una proposta concreta e fattibile per ridurre la hiungla delle leggi
Delle troppe leggi, della loro complicata leggibilità ed intelligibilità, della necessità di rivederle, di sforbiciarle, di riscriverle, di cancellarle, si parla e scrive da anni senza alcun tangibile risultato. A un certo punto il compito era stato affidato a un ministro (che giudicare competente e gentleman sarebbe un tantinello azzardato), ma non si sono visti risultati concreti.
Lo stesso compito potrebbe essere affidato agli uffici dei due rami del parlamento, ma sono già oberati da una notevole mole di lavoro, grazie anche alle centinaia di emendamenti che alcuni presentano spesso solo per dispetto verso rivali politici.
Allora potrebbero pensarci gli avvocati. Il Consiglio Nazionale Forense potrebbe costituire una commissione ad hoc, chiamandovi a far parte avvocati di collaudata competenza, disposti a lavorare gratis con ritmi di lavoro compatibili con la loro consueta attività professionale, nonché un funzionario, competente in materia, della Camera e del Senato. Sarebbe un lavoro di inizio certo e durata incerta, quindi senza scadenza.
Tale commissione potrebbe procedere in vari modi.
Focalizzarsi su tutte le leggi che riguardano un certo argomento, unificandole per quanto possibile ed abolendo quei continui riferimenti a leggi precedenti che le rendono incomprendibili ai comuni mortali, ed anche a chi non ha la documentazione necessaria per consultare quanto citato di disposizioni passate.
Oppure, partire dalle leggi più antiquate e proporne la rienunciazione in chiave attuale. Fino a poco fa, e forse tuttora, era di inizio novecento e firmata dal re Umberto II la legge che regolamentava gliappalti alla Marina Militare. Prevedeva che le offerte verbali dei partecipanti alla gara durassero il tempo di una candela accesa, e vinceva chi diceva l’ultimo prezzo un attimo prima che la candela si spegnesse. Legge naturalmente non applicata, le offerte vengono spedite in busta chiusa e vince il migliore, almeno in teoria.
Oppure la commissione può scegliere le leggi da esaminare a suo giudizio, secondo importanza, attualità o perchè di nota difficile comprensione. Ed anche proporre l’eliminazione di qualche legge di evidente inutilità.
I membri della suddetta commissione dovrebbero sentire l’importanza del compito loro affidato e garantire sull’onore che i risultati del loro lavoro cambierà la forma, l’enunciazione delle leggi prese in esame ed eventualmante unificate, ma non la sostanza di quanto in esse sancito.
Così il risultato del loro lavoro potrà, via via, essere approvato dal parlamento in sedute telegrafiche, senza dibattito e, qualche pirla a parte, all’unanimità.
Utopia ? Certo, se nessuno dei potenziali addetti a simile compito lo prende in considerazione, ma fattibilissimo con un poco di buona volontà al servizio del paese.
(Tratto dal mio ebook : Italia il paese dell’autocensura e dei tabu’- ed.Simonelli)
di Ettore Falconieri