Che il web sia un veicolo straordinario di libertà non si può certo mettere in dubbio: basta vedere come viene temuto e censurato nei paesi totalitari.
Ma ci permettiamo di esprimere qualche dubbio sull’applicazione dei principi democratici…
Ne sono un esempio gli ultimi casi di “gogna mediatica” di Grillo.
Non è sicuramente il primo (né sarà l’ultimo) caso in cui un uomo politico accusa la stampa di remargli contro, di stravolgergli le proposte per metterlo in cattiva luce presso gli elettori. Spesso queste polemiche hanno assunto un tono personale e intimidatorio: atteggiamenti che non depongono certamente a favore del senso democratico di chi le emette: anzi traspare da esse un senso della politica intesa come esercizio del potere, come prevaricazione anziché come confronto (anche acceso) tra le rispettive idee: concetto tipico dei regimi totalitari e di chi considera gli elettori come sudditi da guidare e irreggimentare.
Ma l’aspetto originale di tutta la questione è l’atteggiamento e le reazioni del “popolo del web” tanto caro a Grillo e tanto di moda oggi: nessuno aveva mai criticato alcuni di questi giornalisti.
È stata sufficiente la “messa all’indice” da parte di Grillo per scatenare una ridda di critiche prima, e di autentiche offese e minacce poi.
Un’autentica valanga si è abbattuta su questi malcapitati: nessun distinguo, nessun tentativo di cercare di, se non giustificare, almeno comprendere i loro punti di vista: solo insulti e minacce con una ripetitività tanto ossessiva quanto omogenea.
Ma allora, scusate, non è che questi utenti del web siano ancor più eterodiretti e influenzabili dei normali cittadini? Autentici sudditi proni alla volontà e alle indicazioni del “Capo”?
La democrazia non può non essere che confronto di opinioni, dibattito, discussione senza preclusioni per nessuno (e tantomeno con aggiunta di violenze). Invece, sembra che tutto questo sia ancora ben lontano dall’essere raggiunto dalla politica sul web: che le elezioni (meglio se con primarie, collegi uninominali maggioritari) siano ancora il metodo più sicuro per avere un’autentica democrazia?
Angelo Gazzaniga