Alcuni dati parlano da soli (dati resi pubblici durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2024):
Durata dei processi:
penale 498 giorni per il I grado (149 la media UE), 1167 per l’appello (121 media UE); 237 per Cassazione (120 media UE)
civile: 675 giorni per il I grado (237 la media UE), 1026 per l’appello (177 la media UE), 1526 per la Cassazione (172 la media UE).
Si tratta di cifre sbalorditive: l’Italia è tra gli ultimi Paesi al mondo per la durata dei processi.
E, come abbiamo da sempre ripetuto, queste lungaggini non colpiscono solo coloro che vanno in aula, ma anche tutti noi. Basti pensare a quante imprese straniere rinunciano a investire in Italia perché sono spaventate dai tempi dei processi o a quante piccole imprese rinunciano a far valere i propri diritti perché comunque non sono in grado di aspettare anni una sentenza.
Non sarebbe allora il momento di fare quella riforma fondamentale per il funzionamento di tutto il sistema: introdurre la meritocrazia anche nella magistratura?
Si fanno riforme spesso utili e doverose ma tutte a spizzichi e bocconi, un rimedio qua e un ritocco la… ma si mantiene la regola che viene premiata l’anzianità e non il merito.
Indubbiamente è difficile introdurre il merito nella magistratura, non è un campo di attività misurabili, ma qualcosa si potrebbe fare: ad esempio valutare in giudici in base a quante loro sentenza vengono rigettate in appello (criterio di efficienza) oppure in base a quanto tempo occorre per stilare una la motivazione di una sentenza (criterio di velocità) (in alcuni anni sono occorsi tre anni!).
Altrimenti si tenta di risolvere il problema con la prescrizione: così se la si aumenta si rischia di far durare i processi decenni; se la si riduce si offre a chi ha un buon avvocato la possibilità di cavarsela allungando i tempi…
Neppure aumentando i fondi destinati alla magistratura si risolve il problema: è questo uno dei pochi casi in cui l’Italia è in linea con la media UE.
Il problema è quindi la gerontocrazia nella magistratura; problema che si può risolvere solo facendo leva sul merito
di Angelo Gazzaniga