Historia magistra vitae” dicevano i latini: cerchiamo di trarre qualche insegnamento dal passato, diremmo noi.
Ricordiamo, anche alla luce di diversi studi apparsi nella storiografia anglosassone, quanto è avvenuto dopo la prima guerra mondiale.
L’Italia era in un periodo di grandissime difficoltà: le imprese in piena crisi di riconversione dopo la guerra, le finanze disastrate dai prestiti ricevuti durante la guerra e ora da rimborsare, l’inflazione in Germania devastante, i cittadini delusi dal trovare, dopo le promesse fatte loro durante la guerra, una situazione se non uguale, peggiore di quella che avevano lasciato per andare sotto le armi, una classe politica incapace di comprendere e gestire il nuovo che avanzava (la nuova legge elettorale, i partiti di massa socialisti e cattolici ecc etera).
In questo quadro avvenne la “Marcia su Roma”: sicuramente più che voluta e gestita accettata e utilizzata da Mussolini per prendere il potere. Una marcia (organizzata “all’italiana” cioè nel caos e nell’improvvisazione) che ebbe successo più che per le capacità degli organizzatori per l’ignavia, l’insipienza e l’incapacità di comprendere i sentimenti degli italiani dei politici d’allora (che rifiutarono di utilizzare quanto previsto dalla legge contro un gesto palesemente eversivo)
Mussolini invece seppe cogliere i sentimenti profondi degli italiani: il desiderio di pace sociale, di tranquillità, di sicurezza del lavoro e del proprio futuro: e (stra)vinse le successive elezioni.
Una situazione che, (mutatis mutandis), ricorda quella odierna: una classe politica incapace di confrontarsi con i cittadini, una situazione economico-finanziaria sull’orlo del baratro, il problema del lavoro e del futuro che assilla molti…
I risultati delle elezioni siciliane dovrebbero essere un campanello d’allarme: la maggioranza dei cittadini ha dimostrato di non aver alcuna fiducia in questa classe politica non andando alle urne (o votando un partito di mera protesta come quello di Grillo). Se sommiamo gli astenuti ai grillini quasi 2 siciliani su 3 hanno mostrato di non avere nessuna fiducia in questa politica.
Occorre, come da sempre dicono i Comitati, che i cittadini possano tornare a partecipare alla vita politica attraverso una democrazia diretta: con una legge elettorale maggioritaria, con primarie obbligatorie, un vero federalismo, un nuovo assetto dei referendum..
Prima che, come ci insegna la storia, sia troppo tardi…..
Angelo Gazzaniga
Articolo poerfetto, e assolutamente condivisibile. Un po’ quello che andiamo ripetendo, inascoltati, purtroppo, e non da ieri, come Unione per le Libertà.
Questa classe politica ha fallito, il governo dei tecnici rappresenta la negazione della democrazia. Grirllo, per carità. Occorre una vera RIVOLUZIONE LIBERALE, che azzeri lo Status quo, partiti, caste, privilegi, clientele, ruberie; una drastica riduzione della pressione fiscale; l’alienazione del patrimonio pubblico; la meritocrazia; la responsabilità; un sistema elettorale che permetta ai CITTADINI (non più sudditi/schiavi alla mercè del potente di turno), di scegliere ad ogni livello (basta coi “NOMINATI”) e che assicuri la governabilità (noi da sempre per il MAGGIORITARIO UNINOMINALE e le PRIMARIE vere, regolate per legge, non quelle in uso in Italia che assomigliano molto all’ennesima presa per i fondelli….).
Non mi sembra molto…..!
Popolo dei PRODUTTIVI, già MAGGIORANZA SILENZIOSA (liberi professionisti, artigiani, autonomi, lavoratori dipendenti, imprenditori), RIBELLIAMOCI e UNIAMOCI contro questo Stato, il nostro PROBLEMA. Torniamo ad essere noi POPOLO SOVRANO, lo STATO, riprendiamoci la LIBERTA’. Il FUTURO dipende anche e soprattutto da NOI.
FERMIAMO IL DECLITO. ORA!
Galgano PALAFERRI
Unione per le Libertà
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