Sembra non esserci limite alla fantasia e alla creatività dei politici.
Ultima occasione è stata quella di proporre una tassa, anzi un “rimborso spese” per i migranti che così possono evitare di essere ricoverati in qualche CPR.
In sintesi: se un migrante in arrivo da un Paese definito “sicuro” fornisce al momento della sua identificazione una fidejussione di circa 5000 euro viene lasciato in libertà, salvo, ovviamente, ricevere un decreto di espulsione una volta respinta, cosa molto probabile, la sua richiesta di asilo.
Ma sorgono due domande:
- chi può fornire al migrante una fidejussione già al momento del suo arrivo? Ovviamente l’organizzazione degli scafisti
- cosa farà il migrante una volta libero senza nessuna possibilità di lavoro o assistenza? Scomparirà prima possibile nel mondo dei clandestini che utilizzano qualsiasi mezzo pur di vivere e non essere rimandati al Paese d’origine.
A questo punto lo Stato incamera i 5000 euro e si libera di un migrante, andato chissà dove.
Forse un sistema per raggranellare qualche soldo, ma sicuramente un sistema ingiusto e discriminante che inventa la “libertà a pagamento” senza risolvere minimamente il problema.
di Angelo Gazzaniga