Cuba tra socialismo e capitalismo?
Concettualizzato, dal 7mo Congresso del PCC e’ arrivato stampato in formato tabloid quella che fin’ora veniva chiamata “l’Attualizzazione del Modello Economico e Sociale cubano”. Nella prossima sessione parlamentare verrà messo in approvazione, poi uscirà sulla Gazzetta Ufficiale e sarà legge.
Credo possa interessare sapere quello che comporta di nuovo nel sistema politico-sociale cubano e quindi vado a descrivere gli aspetti principali.
Il presupposto e’ che lo Stato cubano di fronte alle nuove necessità richieste dall’attuale epoca storica, deve poter concentrare tutti gli sforzi nei settori fondamentali dello Stato Socialista, quei settori che ne formano la spina dorsale. Perciò si ritira dai settori di servizio non strategici affinché vengano gestiti in altre forme di proprietà autonome.
Le principali forme di proprietà sui mezzi di produzione:
- La proprieta’ socialista di tutto il popolo.
- La proprieta’ cooperativa.
Era gia’ prevista pero’ solo nell’agricoltura, adesso in qualsiasi settore. - La proprieta’ mista.
Ossia Stato – Privati possono formare aziende di servizio insieme, gia previste solo per investimenti stranieri. - La proprieta’ privata.
Era prevista solo per i beni personali come la casa, o attivita’ artigianali, “Si riconosce la proprieta’ privata che svolge una funzione sociale di cui i titolari possono essere persone naturali o giuridiche, tanto cubane come totalmente straniere, in determinate attivita’.” Necessaria l’approvazione statale, naturalmente. - La proprieta’ di organizzazioni politiche di massa, sociali, e altre forme associative come quelle culturali.
Resta vietata l’accumulazione di proprieta’.
Il tabloid continua fissando i compiti rispettivi, le regole e gli obiettivi per lo sviluppo di un sistema socialista “prospero e sostenibile”.
Come si notera’, a differenza degli europei, il governo cubano ha scelto di “migliorare il socialismo” e non di “farsi divorare dal capitalismo selvaggio”. I cubani, tutti o quasi, ci tengono alla propria sovranita’, dopo aver subito il colonialismo spagnolo e poi il neocolonialismo USA, la sovranita’ raggiunta con tre guerre di Indipendenza e una Rivoluzione.
Se le riforme sembrano aver affievolito l’opposizione interna, non hanno intaccato l’Embargo, cioè il blocco economico finanziario americano, e l’occupazione della Base di Guantanamo, anche se ormai non serve a niente. Potrebbe accadere però che qualche statunitense decida di venire a farsi la sua struttura turistica o una azienda di conservazione dei prodotti ortofrutticoli, cose che mancano.
Qui andiamo sempre con frutta e verdura di stagione: una delle cose che fanno la differenza tra primo e terzo mondo (a proposito, sono appena maturati i mango e tra poco avremo gli aguacade)
Concluderei con l’auspicio che qualche europeo, magari uno di quelli delle pensioni d’oro, venga a comprarsi una bella fattoria per produrre formaggi, altra cosa carente, magari importando, come nel racconto dei Wu Ming, una mandria di vacche di Parma. E che si metta a fare il parmigiano, vendendolo agli americani (che invece non ci riuscirono).
Se ci fossero domande saro’ ben lieto di dare risposte.
Giancarlo Guglielmi