Chi ama la libertà ama il diritto. Chi ama il diritto vuole giustizia. Allora non si può rimanere indifferenti dinanzi a una triste vicenda giudiziaria, anche se questa è accaduta negli Stati Uniti.
Marvin Wilson è un cittadino statunitense, condannato per omicidio, rinchiuso nel braccio della morte di Huntsville dal 1992. 54 anni, afroamericano, ha un quoziente intellettivo inferiore a 61, quindi ben al di sotto del limite di 70 in base al quale , secondo una sentenza della corte suprema, non può essere comminata la pena di morte. In poche parole, un soggetto con un ritardo mentale. Ma ciò non è bastato a evitargli l’iniezione letale che lo ha spedito all’altro mondo.
I Comitati, che da sempre guardano agli Stati Uniti come modello di democrazia e sviluppo, non possono rimanere indifferenti dinanzi a un fatto del genere. In Paesi non democratici come Cina, Siria o Bielorussia parlare di giustizia giusta è demagogico. Un Paese non libero non può infatti essere giusto! Ma lascia l’amaro in bocca vedere una Corte degli Stati Uniti essere protagonista di una vicenda tanto disgustosa.
Renato Cantagalli