Ma non è che invece che le province sono state abolite solo le elezioni provinciali?
Politici locali al voto per le elezioni delle “nuove” Provincie. Domenica e lunedì tocca a Milano, Bologna, Genova e Firenze oltre a 6 province. Il 12 ottobre sarà la volta di Roma, Torino, Napoli e Bari e delle rimanenti 58 Aree metropolitane disegnate dalla legge Delrio.
Ma non dovevano essere abolite? I cittadini non votano più (o meglio non contano più come elettori) ma continuano a pagare di tasca propria
Il governo parlava di grandi risparmi. Noi di Libertates ancora non ne abbiamo visti. Il potere di quelle che una volta si chiamavano Province però è ancora lì, intatto, e anzi è stato ridistribuito a livello locale. Una sorta di baronia del 21° secolo. Infatti a fronte del taglio di 2.159 poltrone, aumentano i seggi per i consiglieri – pari a 26.096 – e i posti da assessore (+5.036) dei Comuni fino a 10 mila abitanti.
La legge 7 aprile 2014 n. 56, detta legge Delrio le ha trasformate in elezioni di secondo grado: per la prima volta nella storia a votare non saranno i cittadini, ma gli amministratori locali.
Cosa dice la legge Delrio
Nuovi organi: nelle Città metropolitane si vota per eleggere i Consiglieri metropolitani: il Sindaco del Comune capoluogo è Sindaco della Città metropolitana. Nelle Province si vota per eleggere i Presidenti di Provincia e i Consiglieri Provinciali.
Chi vota: l’elezione è di secondo livello, a votare sono i Sindaci e i Consiglieri comunali dei Comuni della Provincia.
Chi è eleggibile: sono eleggibili i sindaci e i Consiglieri Comunali, e, solo per le Province e solo per la prima tornata elettorale, anche i consiglieri provinciali uscenti.
Il voto ponderato: il voto di ciascun elettore è “ponderato”, è cioè proporzionale al numero di cittadini che il consigliere comunale e il sindaco rappresentano all’interno dell’intero corpo elettorale della Provincia, in base alla popolazione residente nel Comune di appartenenza. In caso di parità è eletto il più giovane.
Gilbert du Motier de La Fayette