Il nostro Paese sta affondando in una crisi drammatica, che non è soltanto economica
E’ UNA CRISI di IDENTITA’ che, iniziata l’8 settembre 1943 con la “ morte della Patria “ , come è stata definita da Renzo De Felice nel 1995 e da Ernesto Galli della Loggia nel 1996, si è approfondita nei decenni del dopoguerra sotto l’effetto della partitocrazia, della guerra fredda e della globalizzazione, per raggiungere nel 2013 livelli destabilizzanti.
Il collante, che aveva tenuto unito il Paese dal Risorgimento sino ai giorni d’oggi, si è esaurito. I valori della Patria, per i quali gli Italiani lottavano e si sacrificavano, sono svaniti nel nulla. Il Risorgimento, la Monarchia sabauda, la Resistenza. la Repubblica costituzionale e lo Stato sociale sono considerati dall’immaginario collettivo figure storiche superate dalla realtà geopolitica attuale.
Da qui sono nati e si diffondono ovunque nel Paese moti di opposizione e di rigetto che si concretizzano in una volontà collettiva di rottamazione. Rottamazione non solo della classe politica che ha dominato il Paese, ma anche delle istituzioni che hanno formato il gigantesco debito pubblico.
Se non si ritrovano con la massima urgenza i motivi fondanti di una nuova solidarietà tra gli Italiani, il Paese è destinato ad un declino irreversibile.
Il Paese è percorso da diverse ideologie che si richiamano a movimenti ed istituzioni internazionali tesi a conseguire obiettivi che sovente collidono con i suoi interessi vitali.
Allo scopo di individuare gli elementi caratterizzanti l’ identità prevalente del Paese, si possono impiegare diversi strumenti. Tra questi si impone per la democraticità quello del Referendum propositivo
Le diverse forze sociali ed intellettuali del Paese dovrebbero stilare programmi di identità del Paese, che dovrebbero essere sottoposte a Referendum.
Il programma vincente, con maggioranza che superi il 50% , dovrebbe essere adottato e l’attuale Costituzione dovrebbe modificarsi per incorporarlo.
Questo Referendum per l’Identità del Paese dovrebbe aver luogo in maggio 2014, contemporaneamente alle elezioni europee e possibilmente a quelle politiche.
Tra i benefici di questo Referendum c’è anche la possibilità di arrestare la disgregazione del tessuto sociale del Paese e promuovere il ricupero della sua unità politica ed etica.
Salvatore Custòdero