Di fronte a certi atteggiamenti di conservazione e di attaccamento a idee vetero comuniste viene spontanea una proposta semiseria
Come si poteva da tempo prevedere è scoppiata la tempesta in relazione alla richiesta di tenere il Primo Maggio, data d’inaugurazione dell’Expo, un concerto alla Scala in onore delle personalità invitate.
Parte degli strumentisti e degli impiegati ha minacciato di scioperare, appoggiato e sostenuto in questo dal Presidente della Camera del Lavoro che ha ufficialmente dichiarato che “è un diritto quello di astenersi dal lavoro in giorno di festa”.
A noi, semplici cittadini, vengono spontanee alcune domande:
- l’Expo non è stata presentata e voluta come occasione di riscatto e di rilancio per l’Italia tutta? sarebbe questo il biglietto da visita per tutti coloro che sono venuti all’inaugurazione? Già siamo conosciuti (spesso a torto) come il paese degli scioperi e delle difficoltà burocratiche, vogliamo darne conferma a tutti gli stranieri che verranno?
- Quel giorno lavoreranno a Milano circa 40.000 persone per garantire i servizi, essenziali e non, a tutti i visitatori: sono essi dei lavoratori di second’ordine, degli schiavi o forse semplicemente delle persone che lavorano per guadagnare quanto necessario senza essere dei privilegiati con posto sicuro e ben remunerato? Nessuno di coloro che vantano il diritto di non lavorare il Primo Maggio è stato obbligato a fare questo lavoro: ogni attività ha vantaggi e svantaggi: non si possono pretendere sicurezza del posto, privilegi grandi e piccoli senza considerare l’altro lato della medaglia
- Questo sforzo eccezionale, è stato chiesto a lavoratori di un Ente che ricava il 63% dei propri introiti dai contributi dello Stato: non proprio un esempio di efficienza a fronte di altri teatri stranieri che lavorano con contributi molto inferiori (e producono molti più spettacoli). Non sarebbe il caso da parte di chi riceve buona parte del proprio stipendio dallo Stato (e quindi dai cittadini) di contribuire con un piccolo sforzo al successo di una manifestazione fatta nell’interesse di tutti?
A questo punto noi di Libertates vorremmo fare una proposta semiseria (ma in fondo serissima): perché anche a noi cittadini non deve essere riconosciuto il diritto di dare il nostro contributo, non a chi fa parte di una casta privilegiata, ma a chi deve vivere con una pensione sociale?
Sarebbe una proposta davvero liberale: a questo punto i lavoratori della Scala avrebbero tutto il diritto di non lavorare al Primo Maggio (o anche in altre occasioni): si dovrebbero gestire con quanto gli spettatori e gli sponsor (e non i cittadini) sono disposti a pagare per i loro spettacoli.
Se ce la fanno saremmo tutti ben contenti, altrimenti… saprebbero chi ringraziare.
Angelo Gazzaniga