La scuola sovietica dei 5 Stelle

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I Grillini ultimo baluardo del “socialismo di Stato”? La riforma della scuola sarà più che discutibile, ma qualche elemento di liberalismo lo porta

Per i parlamentari 5 Stelle la riforma della scuola è un giorno tragico per la democrazia. Di più. La Costituzione è stata stravolta. Di più, di più. La chiamata diretta degli insegnanti è la sentina di tutti i vizi, del familismo amorale, del clientelismo e della corruzione, spunta perfino il condizionamento mafioso di presidi imbelli e complici, soprattutto se sono del Sud.

Che nella scuola o altrove possano verificarsi casi di malversazione, nepotismo o favoritismi nessuno può escluderlo, e vanno contrastati tutti, ma basterebbe leggersi il testo del ddl per capire che al di là del pianto greco sono già stati messi dei paletti alla chiamata diretta degli insegnanti.

«I criteri adottati per il conferimento degli incarichi, gli incarichi conferiti e il curriculum dei docenti sono pubblicati sul sito internet delle scuole», dicono le nuove norme, in ossequio alla trasparenza tanto reclamata dai grillici. «Nel conferire gli incarichi, il dirigente scolastico deve dichiarare l’assenza di rapporti di parentela o affinità, entro il secondo grado, con i docenti stessi». In ogni caso la chiamata è rivolta a insegnati che hanno vinto i concorsi o hanno il diritto di insegnare, non al primo venuto.

Se aggiungiamo il primo blocco di assunzioni previsto dalla legge grazie ai fondi stanziati da qui al 2016, viene da commentare che bene ha fatto la parlamentare del Partito Democratico Anna Ascani a sottolineare l’importanza dall’investimento fatto sul personale, chiave di volta per affrontare il futuro con risorse più efficienti e motivate.

Il problema della scuola italiana infatti non è solo che manca la carta igienica, nuovo emblema grillico dopo la saga degli scontrini, ma che bisogna dare ai presidi strumenti utili a garantire la continuità didattica e qualche progetto formativo in più.

Detto ciò, ci chiediamo come sia possibile scaldarsi e scandalizzarsi tanto davanti a una riforma che introduce solo qualche piccolo elemento di liberalismo nel pachiderma burocratico italiano, che a quanto pare i rivoluzionari della seconda ora pentastellata vogliono tenersi stretto. Probabilmente per ragioni elettoralistiche, visto che dai palchi di mezza Italia Grillo non fa altro che lanciare strali contro la burocrazia che affossa le imprese.

Chi ha assistito e preso parte al dibattito in aula alla Camera dice sconfortato che a tratti è stato surreale. E di nuovo viene da chiedersi: il Movimento 5 Stelle si è ridotto a interpretare la parte dell’ultimo giapponese dopo il tramonto del socialismo di stato? Asserragliato sul suo isolotto, nonostante gli storici abbiamo chiarito da tempo che scuola e sanità sovietiche furono quelle sì elitarie e corrotte, contribuendo allo sfascio del comunismo applicato?

«Loro fanno finta di pagarci e noi facciamo finta di lavorare,» si diceva scherzosamente ma neanche tanto ai tempi dell’URSS. La riforma della scuola non sarà perfetta, ma è molto meglio questa ristretta iniezione di libertà alle nostalgie fuori tempo massimo dei neocostruttivisti.

Roberto Santoro (da “L’Occidentale”)

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1 commento

  1. L’arbitro del dirigente scolastico che introduce clientelismo nella scuola sarebbe liberale? Dove c’è poi traccia di meritocrazia? Ma parliamo dello stesso ddl? Dal ’68 in poi la scuola la stanno solo peggiorando! Mi spiace dirlo, ma questo è uno dei pochissimi punti sui quali i grillini hanno ragione!

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