La terza espansione dell’Impero del Male

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Bujval
La Russia non cambia mai. Ora stiamo semplicemente assistendo alla terza fase della sua espansione. Un servizio di Valery Bujval, membro dell’opposizione bielorussa e da sempre corrispondente da Minsk di Libertates

Il mondo sta assistendo alla terza espansione dell’Impero del Male. Tutti aspettano il momento in cui la Russia inizierà la guerra totale contro l’Ucraina, dirigendo le sue truppe verso la capitale Kiev. Però le truppe russe combattono contro l’Ucraina già da tre mesi, usando le forze speciali che dirigono operazioni militari e attentati terroristici, eseguiti da criminali e agenti locali nelle regioni orientali dell’Ucraina. I russi hanno già occupato la penisola della Crimea – una regione dello Stato ucraino, la terra natale dell’etnia di tatari di Crimea. Le vittime di questa guerra non-dichiarata si contano da centinaia.
Come mai “la terza espansione”? Durante i secoli tale espansione, la conquista di territori e ricchezze è stato il senso principale della politica dello stato russo. La prima espansione durò dal XIV secolo fino al 1917. Grazie a questa politica aggressiva, il regime degli zar riuscì a estendere lo spazio imperiale: da piccolo principato di Mosca fino al dominio gigantesco, il più grande nella storia umana – dalla frontiera norvegese fino all’America russa (l’Alaska). La prima espansione fu realizzata con lo slogan dell’unificazione dei territori sotto Mosca (San Pietroburgo) e in parte della liberazione degli ortodossi “oppressi dagli scismatici”.
La catastrofe del 1917 interruppe di colpo questo processo. L’impero zarista è crollato. Tuttavia i communisti sono riusciti di salvare l’impero usando i ben noti metodi del terrore e della demagogia assoluta. Alcune nazioni si sono salvate staccandosi dalla Russia, ma persino l’Ucraina – una nazione grande e ricca – é rimasta imprigionata nell’impero. La Mosca dei communisti iniziò così la sua seconda espansione, in questo caso sotto il nuovo slogan della “rivoluzione mondiale” e della diffusione del comunismo.
La catastrofe del 1991 ha messo fine a questa fase, più breve della precedente. Mosca ha perso 14 repubbliche ex-sovietiche, pur conservando gran parte del territorio e delle ricchezze dell’Urss. A quel punto le nazioni liberate hanno sperato invano d’essere lasciate in pace. Già nel 1992 il generale del FSB (ex KGB) Liubimov, ha pubblicato il progetto del KGB “Golgofa” (“Calvario”) presentando un piano di restaurazione dell’impero russo dentro delle frontiere antiche. Gli elementi principali del piano erano la guerra economica contro le nuove repubbliche, l’intensificazione delle reti degli agenti russi a tutti i livelli sociali e politici delle società, il supporto alla lingua russa nelle repubbliche. Tuttavia negli anni novanta la Russia era ancora troppo debole per intraprendere un’avanzata totale. La guerra del Caucaso ha rivelato una crisi profonda all’interno della della Russia, incapace di sconfiggere la piccola nazione cecena. Però durante questo periodo Mosca ha trasformato le strutture del potere, le forze armate e l’industria militare, preparandosi alla fase aggressiva del piano. Il FSB (KGB) è diventato la forza principale del potere nella Russia.
Lo slogan della terza espansione è in certo senso una riproduzione dell’idea imperiale zarista. Eliminando dal progetto la demagogia comunista, il Cremlino presenta “Urbi et Orbi” l’idea del “Русский мир” (“Il Mondo russo”, diciamo “Pax russa”). Ciò significa che Mosca tratta come zona dei suoi interessi i territori dove la popolazione è capace di parlare la lingua russa. L’idea della protezione dell’ortodossia (il dominio della Chiesa ortodossa russa) è anzi diventato centrale nel progetto “Golgofa”. Dopo il crollo dell’Urss questa “Chiesa” (dagli anni 1920 infiltrata e governata dagli agenti del KGB) ha occupato il posto abbandonato dalle strutture dell’ideologia communista nella società russa. La nuova ideologia di Mosca ha inventato un fenomeno eclettico e artificiale dei “русскоговорящие” (“le persone che parlano il russo, russoparlanti”) per giustificare la sua ingerenza negli affari interni delle repubbliche e persino la sua aggressione contro di loro. In questo modo Mosca pretende di “difendere” non le minoranze russe negli altri paesi, ma tutte le persone che sono capace di parlare il russo – “Pax russa”. Il Cremlino sta usando argomenti demagogici e antiscientifici, presentando la lingua russa come la più sviluppata, bella ed intellettuale, la cultura russa come la più civilizzata eccetera. Questo “paternalismo” del KGB è particolarmente brutale. Dal 1991 Mosca sta conducendo una vera guerra ideologica e d’informazione nelle repubbliche ex-sovietiche. La russificazione è diventata l’ossesione del Cremlino.
La Bielorussia è la vittima di questa politica perfida e aggressiva. Nel 1994 Mosca è riuscita a portare al potere il suo agente A. Lukashenka , iniziato così il processo di russificazione totale, distruzione dell’economia nazionale e riorientamento del nostro paese dalla civiltà occidentale verso la ritardata e sottosviluppata Russia. La Belarus – Bielorussia o Rutenia Bianca – è diventata il primo esempio classico del nuovo modello della dominanza imperiale – l’occupazione interna. Lo stato è formalmente sovrano, ha i propori simboli, l’esercito, l’amministrazione, i diplomatici all’estero eccetera. Però tutto è governato da Mosca. Questo strano modello di occupazione è stato adottato dalla Russia non volontariamente, come è ovvio, ma soltanto perché Mosca non è riuscita ad occupare il nostro paese apertamente, senza scrupoli d’immagine, a causa della resistenza messa in atto dai patrioti dei patrioti bielorussi negli ultimi 20 anni.
Nella seconda parte degli anni 2000 il Cremlino ha deciso che il periodo di preparazione si era concluso, e ha iniziato ad aggredire la piccola Giorgia. Solo la resistenza eroica dell’esercito e della nazione georgiano, e la solidarietà delle democrazie del mondo occidentale, hanno fatto fallire il progetto di occupazione del paese. Ma quello era già il primo atto della terza espansione russa.
Nello stesso tempo il Cremlino realizzava il progetto di sottomissione dell’Ucraina applicando il modello bielorusso (occupazione interna tramite fantocci locali). Il primo tentativo di Mosca è fallito di fronte alla vittoria della resistenza nazionale (la rivoluzione arancione del 2004-05). Ma 5 anni più tardi Mosca è riuscita a portare definitivamente il suo agente V. Yanukovic (un Lukashenka ucraino) al potere. Durante i pochi anni del suo regime Yanukovic e il suo gruppo hanno recato danni colossali allo Stato e alla nazione ucraina. Anzitutto hanno fondato un sistema criminale di potere per effetto del quale la corruzione è diventata universale, l’esercito nazionale è stato desorganizzato, i servizi speciali sottoposti a Mosca eccetera. Nel novembre 2013 il regime doveva condurre il paese all’interno di un nuovo livello di dipendenza da Mosca. Yanukovic si rifiutato di firmare il trattato di cooperazione con l’UE e ha esplicitato il suo orientamento pro Russia. Scoppiata la rivoluzione nazionale, il regime promoscovita è crollato. Adesso la Russia sta conducendo una guerra locale contro la nazione ucraina. Dopo la perdita della penisola di Crimea, però, l’esercito ucraino agisce ora con maggiore scurezza, giorno dopo giorno, prendendo di mira gli agenti e i mercenari comandati dagli ufficiali russi.

Valery Buival

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