Se qualcuno chiede a Camilla Läckberg, quindici milioni di libri venduti in tutto il mondo e molti telefilm, perché nei suoi romanzi latita il lieto fine, lei risponde che «il male nell’uomo mi ha sempre affascinato, fin da bambina. Scrivere mi permette di esplorare le zone oscure del nostro animo”. Lo conferma il suo ultimo romanzo, “La strega” (edito da Marsilio, 683 pag., 19,90 euro). Si sa: nei paesi scandinavi pochi sono i delitti, numerosi sono le narrazioni degli stessi. Arduo esplorare le ragioni di questo fenomeno. Che investe anche Camilla Läckberg, che nelle sue opere rivela quanto oggi siano odiate e bruciate le donne che sfidano le regole della società. Come le streghe, appunto.
di Pier Mario Fasanotti