L’antifascismo in menopausa

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Guardandomi intorno, sempre più sconcertato di ciò che sta accadendo , da un pezzo mi pongo questa domanda: se perdessimo tutti quanti la memoria e d’incanto, comparissero nelle strade e nelle piazze d’Italia (meglio quella di Montecitorio) dei giovanotti in camicia nera o di qualsiasi altro colore, e cominciassero a menare lorsignori che ci hanno cacciati in questi guai, quale sarebbe la nostra reazione? Tenendo anche conto che costoro non erano affatto dei sanguinari, ma soltanto dei cittadini incazzati che si limitavano a prendere lorsignori a calci nel sedere, a purgarli con abbondanti pinte di olio di ricino e anche a bastonarli…ma non con gli inesistenti “manganelli”, bensì con degli innocenti stoccafissi che consentivano di non violare la legge che punisce l’uso delle “armi improprie”? Certamente sarebbero applauditi e anche incoraggiati.
Per fortuna la memoria sopravvive nella generazione- alla quale anch’io appartengo- che ricorda com’è andata a finire quella storia.
Ma per quanto ancora? Ormai siamo in menopausa…

Arrigo Petacco

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1 commento

  1. L’analisi di Petacco è perfetta. E il blocco sociale che si prefigura è del tutto sinile a quello che dette avvio al fascismo. Semmai c’è da chiedersi: perchè l’Italia non riesce a sfornare una classe dirigente moderata che sia in grado di governare senza portrare sempre il Paese allo scontro e alla protesta anche la più rumorosa contro le inefficienze, le ruberie, gli sprechi, la cattiva amministrazione? E’ mancata da noi una scuola di amministrazione che fornisse la classe politica degli strumenti per governare bene e uomini politici in grado di educare i loro successori non ci sono stati se si fa eccezione per Giolitti e per la classe liberale che si formò dopo Minghetti e Quintino Sella. Purtroppo lo Stato è sempre stato visto come una mucca da mungere o una diligenza da assaltare e questi sono i sisultati.

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