Dicevano una volta che “historia magistra vitae”, ma forse la Storia sarebbe sufficiente almeno conoscerla un poco.
Due considerazioni a margine delle manifestazioni per il 25 aprile.
Durante la sfilata ci sono stati incidenti causati da gruppi filo-palestinesi che osteggiavano la presenza dei rappresentanti della Brigata Ebraica nel corteo commemorativo.
Al di là della validità o meno della protesta anti israeliana, ci viene spontanea una domanda:
che storia conoscono coloro che il giorno della Liberazione protestano contro chi ha combattuto per quasi due anni per liberare l’Italia dal nazifascismo (la Brigata ebraica) in nome di coloro che allora erano alleati di Hitler (i palestinesi del Gran Muftì)?
Quando il filo conduttore di tutta la celebrazione è da sempre incentrato sulla considerazione che la Liberazione debba essere intesa come momento fondante della Repubblica, come momento unitario di tutta la Nazione ritrovatasi nella lotta contro il nazista invasore
perché vengono celebrate solo le gesta (eroiche ed esemplari senza dubbio) di coloro che hanno scelto di andare a combattere in montagna e non anche di:
- quelli che, presi prigionieri l’8 settembre, hanno rifiutato di aderire alla Repubblica di Salò pur essendo ben consci dei rischi e delle privazioni cui sarebbero andati incontro (furono quasi 600.000 degli 800.000 internati e 65.000 morirono nei campi di concentramento)
- coloro che, inquadrati nei reparti dell’esercito regolare italiano, combatterono con gravi perdite a fianco degli Alleati
- chi ha fatto resistenza passiva alle richieste dei nazisti
- chi ha nascosto con gravi rischi prigionieri fuggiaschi
e che comunque ha combattuto come poteva e come riusciva contro l’invasore?
Il rispetto e la ricostruzione della verità storica sarà, forse, un’attività noiosa e poco producente dal punto di vista politico e propagandistico, ma è l’unico sistema per far si che avvenimenti fondanti e decisivi della nostra storia divengano motivo di riflessione e di stimolo per il futuro e non rimangano quegli esercizi di vuota retorica o peggio di propaganda politica che abbiamo visto sinora.
Angelo Gazzaniga