La situazione della Grecia è indubbiamente difficilissima e insostenibile: 40% di disoccupazione, 20% sotto la soglia di povertà, decine di migliaia di famiglie sfrattate e senza nessuna possibilità di trovare una nuova casa, assistenza medica negata ai disoccupati sono dati da Paese allo stremo e fanno dubitare dell’efficienza delle misure chieste (o meglio imposte) in cambio dei finanziamenti. In questa situazione l’unica cosa che non fa meraviglia è il successo della sinistra anti UE di Tsipras e dei neonazisti di Alba Dorata.
Ma non dobbiamo per questo dimenticare le colpe della Grecia:
- ha truccato in maniera grave la propria contabilità per nascondere una situazione di squilibrio dei conti insostenibile: un simile comportamento tenuto da un privato è un reato grave che si chiama bancarotta fraudolenta
- un livello di evasione e di elusione altissimo: da anni tutti i governi promettono lotta all’evasione ma a tutt’oggi risulta che le tasse le pagano (come sempre) i soliti: redditi fissi, pensionati ecc ecc; mentre poche famiglie detengono una fetta rilevante dei capitali disponibili (e quasi tutti all’estero)
- una burocrazia inefficiente, elefantiaca, corrotta, intesa più come serbatoio di voti e di favoritismi che come struttura portante di uno stato moderno
- una classe politica altrettanto corrotta e inefficiente che per anni ha promesso riforme e privatizzazioni mai realizzate, cercando di risalire la china con tagli generalizzati
- un colpevole lassismo di fronte a comportamenti inaccettabili: in questi ultimo mesi si è accumulato un debito dei cittadini nei confronti dello Stato per tasse non pagate (e non si parla di tasse evase ma di tasse semplicemente non pagate) di 77 miliardi di euro. Non è pensabile siano tasse non pagate solo da chi non aveva più soldi: si è diffusa l’opinione che con la vittoria probabile di Tsipras ci sarebbe stata comunque una moratoria per tutti.
Sono comportamenti e risultati che (in misura ovviamente molto minore) ben conosciamo anche noi italiani.
È sempre più evidente che i problemi non si risolvano con tagli più o meno drastici o con l’attesa degli aiuti degli altri paesi: solo riforme e tagli drastici nella burocrazia e negli enti locali, semplificazione delle leggi, modernizzazione e introduzione di criteri privatistici negli apparati dello Stato ci possono portare fuori da questa situazione.
Altrimenti… Grecia docet
Angelo Gazzaniga