È stato pubblicato da LibertatesLibri il volume “Le radici dell’Occidente” di Giuseppe Brescia. Può essere ordinato (€ 10) presso IBS oppure direttamente sul sito Libertates alla voce “libertateslibri”
Dopo Il vivente originario e Tempo e Idee, lo scavo ermeneutico di Giuseppe Brescia (prosecutore del pensiero di Croce e Antoni, Raffaello Franchini e Rosario Assunto, Karl Popper e Isaiah Berlin) si intende alla ricognizione dei princìpi in senso teoretico, etico, storico-politico ed epistemologico, riguardando – in Radici dell’Occidente –: le implicazioni della nozione crociana di “Accadimento”; la “dolcezza” nel Giudizio e nella poesia di Dante; il rapporto tra Cervantes, Ariosto e l’Italia; Manzoni storico e Voltaire ideologo; le “Guise” della vichiana prudenza; la rivoluzione liberale di Croce e la lezione di Ernst Cassirer; le radici cristiane del liberalismo, con il ripensamento di “nuovi modi” per il liberalismo globale ed il nesso tra scienza e fede, economia ed etica. “I princìpi costitutivi non cangiano” (Kant, 1781; Croce, 1934). Anche i ‘modi categoriali’ o ‘princìpi regolativi’ (di cui l’ autore è tenace assertore) finiscono per essere ‘forti’, perché fondativi; ‘funzioni’, a sostegno strutturale. E se Erich Fromm, nel 1943, analizzava le dimensioni della “Fuga dalla Libertà” (Escape from Freedom), nella nuova stagione della “complessità”, quando siam gettati in una cangiante “Fuga dall’Umano” (o Escape from Man), il recupero delle “categorie” (‘apriori’, o ‘valori’, che dir si voglia), elaborate dalla tradizione filosofica occidentale si propone stringente, per la esigenza di fronteggiare l’irruzione di fondamentalismi o fanatismi di varia natura. “Quando, dunque, si ode domandare se alla libertà sia per toccare quel che si chiama l’avvenire, bisogna rispondere che essa ha di meglio: ha l’eterno” (Croce, Epilogo della Storia d’Europa nel secolo decimonono, 1932).
Dario Fertilio