Dopo anni e anni di tentativi sotto la spinta della sentenza della Consulta e della pressione popolare sembra che possa nascere una nuova, attesissima legge elettorale.
Per ora, non avendo informazioni più precise, non possiamo esprimere alcun giudizio su questo sistema ispanico-italiano che sembra aver improvvisamente raccolto i consensi (più o meno “obtorto collo”) di tutti.
Ma un elemento ci sembra ormai sicuro: le elezioni si terranno con liste bloccate.
Cioè gli elettori dovranno continuare a votare candidati che non possono essere scelti dai cittadini, ma che vengono paracadutati dal partito, dal capo, da chi decide nelle segrete stanze del potere…
Questo nonostante la sentenza della Corte Costituzionale abbia chiaramente indicato i due motivi per cui il Porcellum era da ritenersi incostituzionale: un premio di maggioranza esagerato e l’impossibilità per i cittadini di scegliersi i candidati.
Per noi Comitati la scelta dei candidati dovrebbero farla i cittadini attraverso primarie obbligatorie, certificate, a cui possono partecipare tutti purché residenti da almeno tre anni nel collegio.
Solo in questa maniera (o attraverso il meccanismo delle preferenze singole che però è molto più facilmente inquinabile e controllabile dai potenti locali) ci sarebbero candidati eletti grazie alle loro storie, ai loro progetti, alla loro credibilità: altrimenti continueremo ad avere candidati scelti in base alla fedeltà al capo, agli interessi che rappresentano o ai voti che portano.
È questo un passaggio fondamentale della democrazia diretta: l’unica che ci possa permettere di diventare cittadini consapevoli e non sudditi che devono votare chi è proposto dall’alto.
Solo così si potrà abbattere questa casta politica autoreferenziale, chiusa nei suoi giochi, che si autoalimenta proprio grazie a questi meccanismi.
Non vorremmo proprio dover chiamare questo nuovo sistema elettorale “Gattopardum” perché si è fatto come nel romanzo di Tomasi di Lampedusa: fingere di cambiare tutto per lasciare tutto come prima: i cittadini (o meglio i sudditi) da una parte e la classe (o casta) politica dall’altra
Angelo Gazzaniga