Legge Madia, un pallone sgonfiato da un cavillo

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Alla fine la burocrazia ha vinto ancora

Potrebbe essere una parafrasi attuale e molto italiana del famoso detto “fatta la legge, trovato l’inganno”.
Stiamo parlando della bocciatura, parziale ma importante, della legge Madia sulla pubblica amministrazione. Legge particolarmente importante perché viene a incidere su uno dei problemi più gravi dell’Italia: la burocrazia inefficiente, costosa e parassitaria.
Conoscendo l’ambiente su cui andava a incidere si sarebbe dovuto procedere con la massima cautela e avvedutezza: coinvolgendo le Regioni in un procedimento che le riguardava da vicino, premunendosi da cavilli e ostacoli di ogni genere e da ogni parte eccetera.
E invece:

  • non si è considerato che l’utilizzare una formulazione che prevedeva il semplice parere delle Regioni quando nella Costituzione è scritto che occorre il consenso delle stesse poteva essere elemento di incostituzionalità
  • ci si è affidati all’interpretazione sinora data dalla Corte senza considerare che una sentenza non necessariamente deve essere conforme alle precedenti
  • non si è preparato nessun “piano B” in caso di accoglimento del ricorso presentato già da mesi da parte della Regione Veneto

Una dimostrazione lampante dell’approssimazione e del pressapochismo che spesso vediamo nella stesura delle leggi: troppe volte imprecise, poco chiare, foriere di dubbi interpretativi e di ricorsi vari.

Ma molto più grave è l’atteggiamento delle Regioni e della burocrazia: una difesa ottusa e senza sbocchi di privilegi e situazioni indifendibili. Si bloccano riforme indispensabili quali la riduzione delle municipalizzate, l’introduzione di criteri di meritocrazia nelle carriere pubbliche; non per motivi di merito, ma solo per difendere privilegi, zone grigie in cui coltivare clientele, sprechi ormai inammissibili. Si afferma di essere coscienti della necessità di riformare la burocrazia, specie quella degli enti locali, per poi affidarsi ai cavilli, agli ostacoli formali, per bloccare tutto, in autentico spirito gattopardesco.
Non è certo con questi metodi che fanno le riforme: esse richiedono condivisione, trasparenza, semplicità: altrimenti finiremo per farle comunque con l’acqua alla gola, con lo spirito dell’ultima spiaggia: in maniera caotica, ingiusta e inefficiente.

di Angelo Gazzaniga

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Angelo Gazzaniga
Presidente del Comitato Esecutivo di Libertates. Imprenditore nel campo della stampa e dell’editoria. Da sempre liberale, in lotta per la libertà e contro ogni totalitarismo e integralismo.

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