In Italia negli ultimi anni il “cimitero” fiscale, cioè l’ammontare delle imposte non riscosse dal fisco perché le relative imprese sono fallite è stato di circa tre miliardi l’anno, saliti poi a cinque durante il periodo covid a causa dei molti fallimenti di quel periodo. Però nonostante l’aumento del pil e il dimezzamento dei fallimenti, negli ultimi anni l’importo continua a essere sui cinque miliardi l’anno.
È un’anomalia evidente quanto strana: diminuiscono i fallimenti e aumentano le imposte non pagate…
Alla fine si è scoperta la verità: un nuovo metodo, ingegnoso non c’è che dire, per truffare lo Stato (e quindi i cittadini onesti).
Come?: una società importante ottiene una grossa commessa, crea un “consorzio” per la fornitura di prestazioni ad alto contenuto di lavoro (naturalmente con contratti ineccepibili) e a sua volta il “consorzio” crea una miriade di ssrl (cioè società semplici a responsabilità limitata) che non hanno costi di apertura e contabilità semplice. Queste società pagano regolarmente i dipendenti (spesso stranieri) ma non versano nulla a fisco e istituti di previdenza. A un certo punto il “consorzio”, che ha lo scopo di fare da schermo alla vera responsabile di tutto questo, la società committente, interrompe i contratti e le società dipendenti falliscono: i dipendenti restano senza lavoro, senza contributi e senza tfr e lo stato non solo perde imposte e contributi ma anche quel mezzo miliardo che il fondo di garanzia dell’Inps deve erogare per garantire gli ultimi tre mesi di contributi.
Una truffa ben organizzata e diffusa contro cui occorrerebbero leggi ad hoc e un maggior controllo su quello che è ormai un settore dove si annidano truffe ed evasioni a non finire: quello delle finte piccole cooperative che hanno tutt’altro scopo che aiutare i loro soci. Sarebbe sufficiente equipararle a normali imprese commerciali.
di Angelo Gazzaniga