Ormai dovrebbe essere chiaro a tutti: l’Italia, uno dei paesi più belli, più vivibili, più invidiati al mondo sembra essere avviata inesorabilmente verso una china di progressivo e inesorabile declino.
Il PIL non aumenta, o se aumenta lo fa sempre in misura sensibilmente minore rispetto agli altri paesi europei, l’industria langue, gli investimenti stranieri in Italia sono sempre meno…
I provvedimenti presi dagli ultimi governi per contrastare questa tendenza sono sempre dello stesso tono: panem et circenses. Cioè provvedimenti che tendono ad aumentare le capacità di spesa dei cittadini (80 euro, bonus giovani, reddito di cittadinanza, condoni ecc ecc) nella speranza che questi soldi vegano poi spesi e incrementino i consumi. Il sospetto è che siano misure atte più a trovare consenso e voti più che a far ripartire l’economia.
Occorrerebbe quanto Libertates dice da anni:
– avere una magistratura che funzioni (certezza del diritto e tempi brevi sono ritenuti da ogni investitore estero requisiti indispensabili)
– avere una burocrazia più semplice e snella (un imprenditore per iniziare una qualsiasi attività deve ottenere permessi da Agenzia delle Entrate, camera di comercio, Asl, comune, vigili del fuoco). Sarebbe sufficiente istituire uno sportello unico per le imprese che dia i permessi entro un tempo definito, altrimenti scatterebbe il slenzio-assenso
– avere una legislazione più semplice e più comprensibile (in Italia esistono più di 16000 leggi, in Germania 6000).Sarebbe sufficiente quando si promulga una legge usare un linguaggio comprensibile a tutti cittadini e aggiungere una breve postilla: queste legge abroga tutte le precedenti …
– avere infrastrutture funzionati ed efficienti (in Italia solo il 5% delle merci viaggia su ferro; la bretella Modena-Sassuolo fondamentale per collegare il distretto delle piastrelle all’Autosole è in progetto da vent’anni…). Non dimentichiamo che più di cent’anni fa Cavour impegnò il Piemonte nell’impresa del traforo del Frejus proprio per far uscire l’Italia dall’isolamento: proprio quel collegamento che i suoi bisnipoti vogliono affossare perché inutile….
Si tratta di riforme tutte a costo zero (o in certi casi a costo positivo); con un solo problema: si tratta di riforme che richiedono anni per essere attuate e perché possano dare frutti; ma se continuiamo a privilegiare le riforme di piccolo cabotaggio, ma di impatto sicuro e immediato sugli elettori (il sistema “panem et circenses”) non affronteremo mai il problema. Se solo dieci anni fa avessimo affrontato queste riforme saremmo già a buon punto e non ancora all’anno zero.
Ma noi a ogni cambio di governo continuiamo a sperare…
di Angelo Gazzaniga