Per giudicare della situazione della Rai non servono dichiarazione né tantomeno uno sciopero, bastano i numeri
Renzi ha definito lo sciopero totale della Rai “umiliante”.
Per noi di Libertates non è affatto umiliante: è la logica e prevedibile conclusione di una situazione paradigmatica per un ente (o una società?, non si sa neppure come chiamarla) parastatale, semipubblico, semiprivato che viene da quel passato che tanto male ha fatto e fa ancora all’Italia.
Tutti conoscono la battuta secondo cui alla Rai in ogni ufficio ci sono quattro dipendenti: un democristiano, un comunista, un socialista e uno che fa il lavoro…
Come ogni battuta nasconde un fondo di verità: basta dare un’occhiata ai numeri (dati ufficiali Mediobanca riferiti al 2011):
- i dipendenti Rai erano 11378 contro i 6126 di Mediaset e i 3995 di Sky (con un costo medio per dipendente di 89000 euro: cioè uno stipendio medio di circa 45000 euro/anno)
- il costo del lavoro rappresentava il 35.6% del fatturato contro il 13,4% di Mediaset e il 7,3% di Sky
- i ricavi Rai erano di 2,89 miliardi (di cui 1,689 di canone) contro i 4,2 di Mediaset e i 2,8 di Sky
- nel quinquennio 2007-2011 gli introiti da pubblicità sono scesi del 22% (mentre il canone è salito del 1,7%), mentre quelli di Mediaset sono saliti del 4,3%
- le perdite si aggirano sui 2/300 milioni l’anno.
Numeri da fallimento annunciato, altro che attentato all’attività dell’azienda!
È evidente che in questa situazione un taglio dei contributi statali (per quanto serva più che altro a tamponare una situazione ormai alla deriva) non sia altro che una goccia nel mare
Occorre ben altro! Quello che da sempre chiede Libertates è un’autentica privatizzazione: non nel senso di una cessione al Murdoch di turno per fare cassa, ma una Rai che affronti il libero mercato: con tutte le sue regole di trasparenza e concorrenza.
Saranno loro a far funzionare la Rai in maniera economica ed efficiente: o affrontare la concorrenza liberando tutte le potenzialità dell’azienda (e sono molte) o perire!
In un prossimo articolo una nostra proposta dettagliata
Angelo Gazzaniga