C’è stato il solito turbinio, prontamente placatosi, attorno ai compensi dei presentatori RAI: la destra accusa Fazio di costare 5 milioni, la sinistra replica che Vespa incassa 30000 euro a trasmissione… e via dicendo.
Il direttore generale dell’azienda replica che non si possono pubblicare tutti i costi, pena avvantaggiare la concorrenza e che la RAI è una SpA che deve essere giudicata dai bilanci
Il solito equivoco all’italiana: la RAI, come tante altre grandi aziende italiane (le Poste, ad esempio) sono uno strano ircocervo: private (SpA) dal punto di vista del diritto, pubbliche dal punto di vista della gestione e del controllo.
Questo permette di mantenerle al di fuori della sfera del diritto pubblico (e quindi niente controlli della Corte dei Conti, niente appalti pubblici, niente bilanci da far approvare dai ministeri, ecc…) pur rimanendo nel giro dei partiti e della politica (e quindi assunzioni clientelari, scelte dettate da partiti e correnti, dirigenti responsabili verso chi li ha messi in quel posto e non certamente verso gli azionisti, ecc…)
infatti la RAI:
- se è effettivamente privata può (e deve) ricompensare i propri dipendenti e fare contratti con chi vuole liberamente: saranno gli azionisti a decidere in base ai risultati se i compensi sono congrui e giustificati (una Ferrari non è tenuta a giustificare il compenso dato ai suoi piloti: sono i suoi azionisti a giudicare in base ai risultati dell’azienda se dare 30 milioni di euro ad Alonso è un’operazione sensata!)
- se è pubblica e vive non solo dei risultati della sua attività (e dei conferimenti degli azionisti), ma anche (purtroppo) del canone versato obbligatoriamente da tutti gli italiani allora sono tutti gli italiani (e il primis gli organi dello Stato preposti ai controlli) hanno il sacrosanto diritto di conoscere tutti i conti dell’azienda
Sono situazioni che vanno risolte: sono queste quelle situazioni grigie che permettono al sottobosco politico/affaristico di prosperare a carico di tutti gli italiani che lavorano e pagano le tasse.
Che fare? Privatizzare seriamente (cioè vendere) la RAI mantenendo uno o più canali di servizio pubblico gestiti e pagati direttamente dallo Stato con le tasse dei cittadini potrebbe essere una delle soluzioni.
Altrimenti continueremo a pagare tasse e canone per mantenere questi ibridi destinati inevitabilmente a produrre scandali, perdite ma tanto utili alla partitocrazia
Angelo Gazzaniga