Che cosa vuole l’Occidente in Siria?
La coalizione internazionale contro l’Isis è sul campo, o meglio in aria, da molto, forse troppo. I risultati militari sembrano essere inesistenti, ma non sono un esperto militare e il mio giudizio è solo quello di un cittadino comune che legge i giornali. L’impegno è fiacco e discontinuo. L’esercito di Assad, ormai allo stremo, è soccorso da Putin con qualche migliaio di uomini impegnati in supporto logistico e strategico, mezzi navali, aerei e, forse, carri armati e truppe di terra che potrebbero scendere in battaglia. Su questo poi si vedrà. I turchi hanno ingaggiato battaglia ma per scopi e obiettivi utili al solo Erdogan: contenere i vicini curdi e indebolirli politicamente e militarmente. “La Francia – si legge in recente comunicato della presidenza – ha colpito in Siria. Lo abbiamo fatto sulla base di informazioni raccolte nelle ultime operazioni aeree condotte da oltre due settimane, nel rispetto della nostra autonomia d’azione, in coordinamento con i nostri partner della coalizione”. Parigi “conferma il risoluto impegno” a combattere contro “la minaccia terroristica rappresentata da Daesh” annunciando di voler “colpire ogni volta che la nostra sicurezza nazionale sarà in gioco”.
La domanda è una ora che anche i francesi hanno deciso di intervenire con l’aviazione contro L’Isis. Quale coalizione o più coalizioni internazionali sono schierate? Verrà creata una vera coalizione internazionale con al centro la strategia russa (seppur io non la approvi mi sembra l’unica in grado di portare a risultati, cioè eliminare fisicamente i terroristi dell’Isis) e lasciato al potere Assad? Proprio ora il regime di Damasco potrebbe far aprire gli occhi alla realpolitik e dimostrarsi l’unica vera e percorribile soluzione per una pacificazione, anche se lunghissima, dell’area e in grado in 20-30 di stabilizzare il paese e riportare a un graduale rientro dei profughi. Ma che fine farebbero le fazioni politiche laiche e moderate avversarie di Assad sostenute da Usa e Occidente? Lasciate al caos.
Gilbert du Motier de La Fayette