A 75 anni dalla fondazione, quale bilancio per l’attività dell’ONU?
E’ stata fondata il 26 giugno del 1945 su iniziativa di cinquanta Stati, coordinati dalle nazioni vincitrici della seconda guerra mondiale che, allora, hanno escluso l’ingresso all’Onu delle nazioni perdenti Germania, Italia, Giappone, Ne sono ora membri 193 stati.
Nell’articolo 1 dello statuto si dice, tra l’altro, che i fini dell’isitituzione sono di mantenere la pace e la sicurezza internazionale, di sviluppare tra le nazioni relazioni amichevoli fondate sul rispetto, di conseguire la cooperazione internazionale. Forse le ambizioni iniziali erano troppo utopistoce perchè, salvo qualche vertenza minore, nessuno di quei fini pare raggiunto, ed è realistico dire, raggiungibile.
L’Onu è ora un’organizzazione gigantesca con sedi a New York, Ginevra, Nairobi e Vienna, che si occupa di tante altre cose. Al 31/12/2018 aveva 37.505 dipendenti ed introiti di 5,4 miliardi di dollari, più quanto richiede ed ottiene per fini speciali, il primo contributore essendo gli Usa con il 22 % del totale, l’Italia, ottava nella lista, con il 3,7%. E con simili mezzi e dipendenti, secondo i dati ufficiali, porta aiuto e cibo a 91,4 milioni di persone in 83 paesi, aiuta e protegge 71,4 milioni di persone che fuggono da guerre, fame e persecuzioni e si sforza di garantire la pace con i caschi blu. E tanto altro. Si può definire una colossale organizzazione umanitaria.
Gestire un simile gigante burocratico, sociale, amministrativo e politico, in parte sclerotizzato a livello burocratico, è certamente molto difficile anche perchè ogni cambiamento e miglioramento deve passare attraverso filtri anche politici che le contrapposizioni tra stati membri, per vari motivi, non facilitano. Basti dire che i vincitori o presunti tali, dell’ultima guerra, Usa, Russia, Cina, Inghilterra, Francia, alla fondazione, si sono autonominati membri permanenti e quindi inamovibili del Consiglio di Sicurezza che ne è organo primario.
Ma qualcosa delle aspirazioni iniziali si potrebbe ancora realizzare se il Segretario Generale che, almeno potenzialmente potrebbe avere prestigio ed autorevolezza, avesse la tempra di uno statista e, ogni tanto, parlasse al mondo di valori, di ideali, senza naturalmente entrare nel merito di vicende di questo o quello Stato. Valori e ideali quali la tolleranza tra diversità, il rispetto tra popoli, l’esortazione a combattere il razzismo e tanto altro. Ma il Segretaro Generale attuale, come quelli che si sono succeduti negli ultimi decenni, è un uomo politico di medio livello che è stato scelto anche dopo disaccordi tra gli Stati membri che hanno un peso, Stati membri che preferiscono personaggi tranquilli e non personalità di rilievo che prevalgano, anche solo moralmente.
Comunque l’Onu fa tanto per l’umanità e questa è la cosa più importante.
di Ettore Falconieri