Un premio alla libertà
A Roma, nella cornice della Sala Pietro da Cortona dei Musei Capitolini, si è tenuto l’appuntamento annuale con il Premio Colletti, il prestigioso riconoscimento istituito nel 2005 dall’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati su iniziativa del Centro Studi che porta il nome del grande filosofo scomparso nel 2001.
La cerimonia di premiazione è stata presentata da Carlo Monaco, amico, collega, profondo conoscitore ed estimatore degli studi di Colletti, accanto all’immancabile presenza della vedova del filosofo e presidente del Centro Studi a lui dedicato, Fauzia Gavioli Colletti, che ha omaggiato i premiati con una scultura realizzata dallo scultore di fama internazionale Mauro Mazzali.
Il professor Monaco che ha ricordato la figura di Lucio Colletti come quella di un pensatore libero pur restando un protagonista del suo tempo, da antifascista a grande studioso critico del pensiero di Karl Marx.
E’ stata quindi la volta dei premiati, tutte eccellenze nel panorama culturale e scientifico italiano e non solo, a partire da Fiamma Satta, giornalista, autrice e conduttrice radiofonica, che ha saputo trasformare la propria disabilità fisica in una opportunità per sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema molto dibattuto che ancora oggi nel nostro paese presenta problematiche rimaste irrisolte.
E’ quindi intervenuto il professor Remo Ruffini, direttore dell’ICRANet ( International Centre for Relativistic Astrophysics Network), personalità dell’Astrofisica a livello internazionale, che attraverso i suoi studi, solo per citare alcuni dati, ha condotto al concetto di stelle bosoniche, ha identificato i primi “buchi neri” nella nostra galassia (la stessa definizione del concetto di “buco nero” è stata introdotta da Ruffini con il collega John Wheeler nel lontano 1971).
E ancora, nel nome della scienza, è stato premiato Andrea Rossi, l’ingegnere filosofo che ha condotto studi innovativi nel campo della “fusione fredda” in collaborazione con il fisico Sergio Focardi dell’Università di Bologna.
La giornalista Maria Corbi, capo del settore Società presso La Stampa e Roberto Andò, regista, sceneggiatore e scrittore pluripremiato (Premio Campiello Opera Prima 2012 , David di Donatelloe Nastro d’argento 2013) hanno ricordato di aver avuto il piacere di conoscere personalmente Lucio Colletti e di averne condiviso lo spirito di pensatore libero.
Infine è intervenuto Umberto Celentano, giornalista e direttore del Museo Mineralogico Campano di Vico Equense che dal 1999 è sede del Premio scientifico internazionale Capo d’Orlando assegnato a ben quattrodici premi Nobel.
Tra gli assenti giustificati, la giornalista e videoreporter campana Amalia De Simone che con le sue inchieste, sfidando la criminalità organizzata, ha fatto conoscere per prima a livello nazionale la piaga della tristemente nota “Terra dei Fuochi” e l’eclettico Alessandro Marcucci Pinoli, un “artigiano delle emozioni” come lui stesso ama definirsi, che tra le molteplici attività di scrittore, poeta, pittore, scultore e molto altro ha fatto del suo Alexander Museum Palace Hotel di Pesaro uno straordinario laboratorio della creatività e dell’ingegno umano, coniugando sapientemente l’arte con l’ospitalità alberghiera.
Anche quest’anno, il Premio Lucio Colletti ha visto protagoniste figure professionali diversissime tra loro, ognuna delle quali ha saputo esercitare la propria libertà di pensiero creando innovazione al di fuori delle tendenze e delle ideologie dominanti. Un messaggio oggi più che mai attuale che può rappresentare un punto di riferimento per i giovani e per l’intera società. Nel ricordo di Lucio Colletti, un pensatore libero.
di Carlo Canna