In queste ultime elezioni l’astensionismo è stato di gran lunga il maggior partito.
Gli italiani hanno tante ragioni per non provare interesse per la politica, ma probabilmente una delle principali è la nostra attuale legge elettorale.
Infatti una legge elettorale efficiente dovrebbe permettere al cittadino di avere un rapporto diretto con colui che lo rappresenta in parlamento.
Dovrebbe poter scegliere il proprio rappresentante, valutare il suo programma, eleggerlo e poi valutarne l’operato alla fine del mandato.
Con la legge attuale si ottiene l’esatto opposto: nessuno di noi sa chi ha mandato in parlamento, qual è il proprio rappresentante, quali programmi abbia e in che modo giudicarlo. I politici vengono messi in lista soprattutto grazie al rapporto fiduciario con il capo partito di cui devono eseguire più o meno ciecamente gli ordini, nessuno di loro ha rapporto con il proprio collegio elettorale delle cui esigenze si disinteressa completamente.
Dobbiamo rimpiangere i tempi in cui il buon Andreotti con tutta quella carriera alle spalle dedicava sempre un pomeriggio a incontrare i suoi elettori nell’ufficio di piazza San Lorenzo in Lucina?
Cosa propone da sempre Libertates?
- una legge che permetta ai cittadini di scegliere i propri candidati con primarie garantite e aperte a tutti: garantite da un controllo pubblico e con sbarramento (ogni elettore può partecipare solo a una primaria, per evitare voti di disturbo) e aperte a ognuno che voglia concorrere (purché con un minimo di firme)
- l’obbligo di risiedere nel collegio da un certo periodo di tempo: come può essere conosciuto un candidato “paracadutato” da un’altra parte del Paese in un collegio anche per lui sconosciuto?
- il divieto di candidature multiple: ogni candidato deve rappresentare il proprio collegio con i suoi interessi e i suoi problemi, no sceglierlo a posteriori in base ad astrusi calcoli di partito
di Angelo Gazzaniga